Boom euro-scettici in Germania contro Draghi
Sempre Draghi puntualizza che gli investimenti in infrastrutture sarebbero positive per la crescita, quasi suggerendo ai tedeschi come utilizzare al meglio i miliardi, che potrebbero spendere per stimolare la crescita nell’area. Il ministro delle Finanze di Berlino, Wolfgang Schaeuble, che certo non si fa dettare l’agenda economica né da Draghi e nemmeno forse dalla stessa cancelliera, ha annunciato un piano di tagli alle tasse per 17 miliardi, questa settimana, ma a decorrere da dopo il 2017.
La Germania sente di fare la sua parte per la crescita, ma allo stesso tempo recrimina di venire destabilizzata politicamente proprio dalla BCE. Nella primavera scorsa, Schaeuble tirò pubblicamente le orecchie a Draghi, con un discorso inconsueto per la prudente politica teutonica, rispettosa dell’autonomia della banca centrale. Il ministro definì il governatore il co-responsabile dell’avanzata degli euro-scettici in Germania, gli stessi che domenica scorsa hanno battuto in casa il partito della cancelliera Angela Merkel nel suo Land del Mecklenburg-Vorpommern.
Risparmiatori tedeschi contro tassi negativi
La polemica si fonda sull’ostilità crescente tra i risparmiatori e le banche tedeschi ai tassi zero e negativi adottati dalla BCE contro la bassa inflazione. Gli stessi acquisti di titoli di stato sono nel mirino dell’opinione pubblica in Germania, perché avvertiti come una condivisione subdola dei debiti tra gli stati dell’Eurozona e come il tentativo di trasformare l’istituto di Francoforte in una “bad bank”.
Piaccia o meno, Frau Merkel deve confrontarsi con questi umori interni e presenti in maniera profonda nel suo partito. Un indebolimento della cancelliera oggi sarebbe un disastro, perché l’Europa resterebbe senza una guida, che per quanto informale e molto perfettibile, appare sempre meglio della carente leadership dei commissari europei, il cui operato è poco apprezzato e e sempre meno legittimato ovunque nel Vecchio Continente.