Anche se l’auto di lusso viene acquistata a rate, il contribuente non è esente da accertamenti. Il cd sintetico potrebbe ad ogni modo scattare e spetterà alla persona controllata dimostrare che l’entità reale del reddito è inferiore a quella accertata in via presuntiva. Lo ha confermato la Corte di Cassazione con ordinanza n. 14405 del 14 luglio 2016 in merito ad una impugnazione contro un avviso di accertamento emesso per il recupero di una maggiore Irpef relativa all’anno d’imposta 2008, a seguito della rideterminazione in via sintetica, ex articolo 38, Dpr 600/1973, del reddito imponibile del contribuente.
I giudici di primo grado avevano accolto parzialmente il ricorso del contribuente, rideterminando il reddito verso il basso rispetto a quello sinteticamente accertato dall’ufficio; in appello si era andati anche oltre, dichiarando l’illegittimità dell’accertamento e annullando per intero l’atto.
La Cassazione però ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, che aveva fatto appello alla violazione ex articolo 360 cpc, n. 3, del Dpr 600/1973, articolo 38 e dell’articolo 2728 cc.
La Suprema Corte ha ribadito la possibilità per l’ufficio di effettuare controlli sul reddito tutte le volte che questo si discosta da quello dichiarato per almeno due annualità. La prova del contrario spetta al contribuente ed è dovuta anche nel caso di acquisti a rate.