Addio acconto IRPEF di novembre, ecco la novità che farebbe contenti molti contribuenti

Nella legge delega sulla riforma del fisco anche lo stop all'acconto IRPEF di novembre, ma come funzionerebbe l'imposta da versare l'anno successivo?
1 anno fa
2 minuti di lettura
IRPEF
Foto © Licenza Creative Commons

Che sia di una importanza notevole la legge delega sulla riforma fiscale è cosa facile da asserire. Basta citare la riduzione da quattro a tre scaglioni per l’IRPEF e subito si capisce la portata di questo intervento normativo atteso da anni. Ma dentro la legge ci sono tanti aspetti che la rendono assolutamente fondamentale per molti contribuenti. Dall’IRPEF già citata alle cartelle esattoriali e fino agli acconti sulle imposte sui redditi, molto cambierà proprio con l’entrata in vigore di questa riforma del fisco.

Oggi approfondiamo l’argomento dell’acconto IRPEF da versare a novembre che per moltissimi lavoratori, soprattutto per i lavoratori autonomi, è sempre un vero salasso.

“Salve, volevo chiedervi se esiste un modo per evitare di pagare l’acconto di novembre sull’IRPEF. Sono un lavoratore autonomo e le situazioni lavorative ed economiche della mia attività non sono certo rosee e per questo sono molto preoccupato di ciò che accadrà a novembre quando in base alla mia dichiarazione dei redditi dovrò pagare 2.500 euro di acconto. Non trovo giusta questa tassa o questo genere di tassazione perché non so ancora se nel 2024 avrò un fatturato e di che genere di fatturato avrò. Come si fa a pretendere da una partita IVA il pagamento di un acconto senza la certezza del fatturato dell’anno a cui l’acconto si riferisce?”

Addio acconto IRPEF di novembre, ecco la novità che farebbe contenti molti contribuenti

Ciò che ci scrive il nostro lettore è un problema annoso che parte da lontano e che riguarda davvero tutte le partite IVA. Infatti, se per i lavoratori dipendenti calcolare l’acconto da versare per l’anno successivo può essere anche una logica conseguenza dal fatto che lo stipendio più o meno è sempre lo stesso e quindi anche la tassazione, per le partite IVA questa cosa non si dovrebbe verificare.

Il lavoro autonomo tra fatturato e guadagni è diverso da un anno all’altro e quindi lo Stato non dovrebbe pretendere che un lavoratore e contribuente versi delle tasse in anticipo su qualcosa che non è detto che produca.

L’acconto di novembre non è altro che un pagamento anticipato che lo Stato pretendente per le tasse dell’anno successivo. Calcolato sui redditi dell’anno precedente però. Una vera anomalia questa, soprattutto come detto per gli autonomi. Ma questa anomalia adesso potrebbe essere corretta proprio dalla riforma fiscale che è in procinto di essere ultimata da parte del Governo.

Come si pagherebbero le tasse se venisse meno l’acconto di novembre?

Se diciamo a un lavoratore autonomo che non dovrà più versare l’acconto IRPEF per l’anno successivo a novembre, sicuramente prenderà la novità come positiva. A dire il vero ancora nulla è ufficiale, ma nella riforma fiscale potrebbe entrare in scena lo stop agli acconti. E finirebbe quel serio problema del pagamento in anticipo delle tasse. Si partirà con lo stop per i lavoratori autonomi, limitato però a determinate fasce reddituali che ancora non sono certe ma che pare saranno quelle fino a 500.000 euro di fatturato. Poi lo stop agli acconti dovrebbe finire con il riguardare la generalità dei contribuenti.

Come dicevamo, si potrà dire addio al pagamento di novembre delle tasse e delle imposte per l’anno successivo. Il contribuente potrebbe così pagare in 6 rate mensili da gennaio a giugno dell’anno successivo. Che poi è quello a cui l’acconto di novembre si riferisce. Una questione di equità ma anche di logica.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Dichiarazione redditi
Articolo precedente

Dichiarazione redditi tardiva, si può chiedere il rimborso?

BTp decennale e conti deposito
Articolo seguente

Asta Btp a 3, 7 e 30 anni con cedola fino al 5% e conti deposito con tassi di interesse al 6%