Addio al bollo auto nel 2025, queste auto non lo pagheranno più

Addio al bollo auto nel 2025, queste auto non lo pagheranno più ma non c'è una legge nuova, dipende dall'età del veicolo.
1 mese fa
3 minuti di lettura
Addio al bollo auto nel 2025, queste auto non lo pagheranno più ma non c'è una legge nuova, dipende dall'età del veicolo.
Foto © Licenze Creative Commons

Spesso si fa un gran parlare di stop al bollo auto e di addio alla tassa di proprietà sui veicoli. Il solo discutere dell’abolizione del bollo auto desta sempre molto interesse. Perché si tratta di uno dei balzelli che gli italiani pagano malvolentieri (sempre ammesso che ci siano tasse che i cittadini italiani pagano volentieri). Il bollo auto, comunque, è una delle tasse più antipatiche, perché mentre ci sono imposte che possono rappresentare qualcosa di utile per la collettività, poiché magari servono per servizi di interesse comune, il bollo auto è semplicemente una tassa che pagano tutti i proprietari di auto, per ogni auto posseduta.

Le voci che danno il bollo auto cancellato, però, non possono essere generiche e quindi un vero e proprio stop al bollo auto non esiste. Quando si parla di stop al bollo o di bollo auto che non si pagherebbe più su determinati veicoli, lo si deve a particolari regole che esonerano dal versamento della tassa. Infatti, si fa riferimento esclusivamente al fatto che ci sono auto che nel 2025 non saranno assoggettate a questa tassa. Ma quali sono e perché proprio nel 2025 la tassa non si verserà?

Addio al bollo auto nel 2025, queste auto non lo pagheranno più

Il bollo auto è una tassa a carattere regionale e, come tale, dipende dalle singole delibere Regione per Regione. In linea di massima, però, per i veicoli storici o d’epoca le agevolazioni vengono previste davvero da tutte le Regioni.

In primo luogo, parliamo della normativa italiana che genericamente rende le auto storiche esonerate dal pagamento del bollo auto. Quindi, un veicolo immatricolato la prima volta nel 1995, dal momento che compie 30 anni nel 2025 e quindi diventa veicolo storico, può essere esonerato dal versamento del balzello. Ma c’è sempre la condizione sine qua non per poter godere di questa agevolazione.

Perché non basta che i veicoli compiano 30 anni, ma è necessaria anche l’iscrizione all’A.S.I. (Automotoclub Storico Italiano), cioè al principale registro auto storiche italiano. Può essere considerata valida anche l’iscrizione in altri registri riconosciuti dalla normativa, quali sono lo Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI.

Differenza tra auto d’epoca ed auto storica

La differenza sostanziale tra un’auto storica e un’auto d’epoca è fondamentale anche in materia di esenzione dal bollo auto. Molte volte confuse tra loro o considerate la stessa cosa, auto d’epoca ed auto storiche sono definizioni che si applicano a veicoli diversi. E che pertanto godono di agevolazioni differenti anche sul bollo auto. Perché per le auto storiche si parla di esonero se iscritte nei registri prima citati.

Per le auto d’epoca ci sono riduzioni del bollo ma non esoneri totali dal versamento della tassa. Agevolazioni differenti da una Regione all’altra. L’auto storica è un’auto che ha almeno 30 anni di vita a partire dalla data di prima immatricolazione. L’auto d’epoca, invece, ha un’età superiore a 20 anni ma inferiore a 30 anni.

Cosa cambia da una Regione all’altra

Da una Regione all’altra cambiano le agevolazioni sul bollo auto, e questo vale anche per la riduzione della tassa per le auto d’epoca. Per esempio, in Abruzzo vige la riduzione del 50% della tassa per le auto che hanno un’età compresa tra i 20 e i 30 anni non ancora compiuti alla data di scadenza della tassa. Ma anche in questo caso serve che il veicolo venga iscritto nei registri come l’A.S.I. o simili ma riconosciuti.

Per l’esonero dei veicoli over 30, invece, in Abruzzo e Campania si pretende che il veicolo non sia circolante abitualmente su strada, altrimenti la tassa annuale è fissa a 31,24 euro.

Simile l’agevolazione in Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia o Valle d’Aosta, che si differenziano dall’Abruzzo e dalla Campania solo per l’esonero delle auto storiche che, se circolanti, sono assoggettate a tassa fissa annuale da 25,82 euro. Anche nelle due Isole maggiori le regole sono le stesse appena citate.

Dalla Calabria alle Marche, diverse soluzioni di esonero e esenzioni

In Calabria e Puglia, invece, riduzione al 50% per le auto d’epoca ed esonero per le auto storiche che però, se circolanti su strada, pagano 30 euro di tassa annuale fissa. In Lazio e Liguria, invece, riduzione al 50% come nelle altre Regioni, ma tassa fissa per i veicoli storici over 30 circolanti pari a 28,40 euro.

La Lombardia ha deciso di azzerare il bollo per le auto storiche in maniera automatica, ma anche di azzerarlo per le auto d’epoca con età superiore a 20 anni, ma solo se con iscrizione ai registri e annotazione sulla carta di circolazione.

Nelle Marche nessuna agevolazione per le auto d’epoca, ma se superano i 30 anni di età esonero automatico; tuttavia, se il veicolo circola su strada è assoggettato a 27,88 euro di bollo. Esonero sia per le auto d’epoca che storiche in Molise, ma se circolanti tassa fissa da 28 euro annue.

Esonero, riduzione, tagli e sconti per il bollo auto

In Piemonte e Umbria le auto dai 20 ai 29 anni di età hanno il bollo ridotto del 10% sempre, ridotto del 50% con iscrizione nei registri, e per le auto sopra i 30 anni esonero automatico. Per la Toscana la decisione è stata di bollo pieno per le auto d’epoca. A meno che non siano iscritte nei registri, e in quel caso riduzione del 50%. E per le auto più vecchie di 29 anni esonero, o se circolanti, 29,82 euro di tassa fissa all’anno. Infine, in Veneto riduzione del 75% per le auto d’epoca iscritte e 28,40 euro annui sulle auto storiche che circolano; altrimenti, esonero automatico e totale.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

malore posto lavoro
Articolo precedente

Malore sul posto di lavoro: malattia o infortunio?

videochiamata Agenzia delle Entrate
Articolo seguente

La videochiamata con l’Agenzia delle Entrate è risolutiva?