Con le modifiche che l’attuale Governo ha deciso di inserire sul reddito di cittadinanza, sono molte di più le famiglie che rischieranno di perdere il sussidio. E questo perché la durata della misura per alcuni beneficiari è stata abbreviata. E anche perché sono aumentati gli obblighi e gli adempimenti da rispettare per diversi beneficiari del sussidio. La lotta al reddito di cittadinanza innescata subito dal nuovo governo Meloni, è ormai allo stadio avanzato. In effetti saranno tanti i beneficiari del sussidio che nei prossimi mesi lo perderanno in maniera definitiva.
“Buonasera, sono un percettore del reddito di cittadinanza tremendamente preoccupato per le sorti che farà il sussidio. Ho paura di perderlo non seguendo alla lettera ciò che bisogna fare. Premetto che ho 24 anni di età, vivo solo e da diversi anni sono disoccupato. Offerte di lavoro e corsi di formazione obbligatori sono le cose che devo fare. Ma non ho capito bene come.”
Le novità del reddito di cittadinanza nel 2023, ecco le due più importanti
Due novità del reddito di cittadinanza quest’anno hanno profondamente modificato la misura rispetto a come la conoscevamo fino al 2022. La misura nata nel 2019 con il Governo Conte che aveva Lega e Movimento 5 Stelle in maggioranza, è una misura a forte trazione grillina. Erano i tempi del decreto n° 4 del 2019 che fu chiamato “decretone” perché la Lega per l’ok al reddito di cittadinanza ha di fatto preteso il varo della quota 100. E in perfetta discontinuità con i precedenti esecutivi della precedente legislatura, l’attuale Governo ha subito messo nel mirino la misura, decidendo di passare alle maniere forti limitandola e alla fine, stabilendo la sua data di cessazione.
Cosa accadrà nel 2024
In parole povere, nel 2024 nessuno potrà più richiedere questo sussidio e nessun altro potrà continuare a incassarlo, dal momento che la sua cessazione è praticamente definitiva. Si attendono novità dal Governo per quanto concerne le nuove misure da varare che andranno a sostituire il sussidio. Infatti dovrebbero entrare altre misure, che andranno a coprire l’inevitabile vuoto che un sussidio di questa proporzione lascerà in campo. Ma oltre alla data di cessazione della misura un’altra novità riguarda la sua durata. Perché il Governo ha deciso anche di ridurla per determinate famiglie.
Aumentano gli obblighi utili al beneficio
La popolazione dei potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza è divisa in 2. Da una parte le famiglie con figli minorenni, anziani sopra i 60 anni di età e invalidi. Dall’altra parte il resto, ovvero famiglie con tutti soggetti di età compresa tra i 18 ed i 59 anni di età. Il Governo ha deciso quindi che nella migliore delle ipotesi, cioè per coloro che prendono il reddito di cittadinanza già da gennaio scorso la durata massima del beneficio sarà di 12 mesi .
Un dato di fatto questo dal momento che cessando i suoi effetti il 31 dicembre prossimo, solo il 2023 sarà l’anno coperto in tutti i dodici mesi da parte del sussidio. Tra le altre cose 12 mesi sarà la durata massima del sussidio soltanto per famiglie al cui interno ci sono situazioni particolari come sono quelle relative alla presenza di soggetti invalidi, soggetti con età inferiore a 18 anni oppure soggetti con una età superiore ai 60.
Cosa cambia per gli occupabili
Chi non ha di questi soggetti nel nucleo, soltanto per una parte del 2023 percepirà il reddito di cittadinanza.
Per quali occupabili il sussidio scenderà ancora
I beneficiari del reddito di cittadinanza che si trovano senza tali particolari situazioni familiari, dovranno anche rispettare determinati obblighi e determinati adempimenti. Infatti oltre che essere ridotto a 7 mesi il sussidio, lo stesso rischia di essere tagliato in anticipo. Per i soggetti attivabili dal lavoro dovrebbero prima di tutto accettare qualsiasi offerta di lavoro, anche la prima proveniente dai centri per l’impiego. In effetti siamo di fronte a una grande riduzione della portata del sussidio. Il reddito di cittadinanza finirà con il decadere per quel beneficiario che rifiuta l’offerta di lavoro proveniente dai centri per l’impiego.
Un’altra potenziale causa di decadenza dal reddito di cittadinanza sarebbe la mancata partecipazione ai corsi di formazione che sempre i centri per l’impiego avvieranno per ogni singolo beneficiario della misura. Infine, bisognerà dire di sì anche a eventuali convocazioni che i Comuni faranno per la totalità dei beneficiari occupabili, per lavori di pubblica utilità. Anche in questo caso non si potrà dire di no a un altro obbligo previsto per i beneficiari della misura.