Addio cartelle esattoriali dopo soli 6 mesi: ecco come funziona!

Alleggerire il contribuente ma anche l'Agenzia delle Entrate Riscossione: cosa c'è dietro il discarico automatico delle cartelle esattoriali.
8 mesi fa
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cartelle esattoriali
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La recente riforma fiscale ha introdotto importanti modifiche anche nelle regole della riscossione. Il decreto, che attua quella che viene anche definita riforma della riscossione, prevede l’entrata in vigore delle novità a partire dal 2025. Tra queste, spicca il discarico automatico delle cartelle esattoriali non riscosse.

Questa è certamente una buona notizia per i contribuenti, dato che prevede la cancellazione d’ufficio delle cartelle non riscosse entro cinque anni. Tuttavia, per alcuni contribuenti il termine sarà ancora più breve, arrivando a soli sei mesi.

“Salve, sono Piero, un contribuente con diversi problemi relativi a tasse non pagate e cartelle a carico. Purtroppo, non dispongo di risorse economiche sufficienti per saldare i debiti, motivo per cui non ho aderito alla rottamazione né quest’anno né negli anni precedenti. Vorrei capire se nel progetto di discarico delle cartelle non riscosse di cui ho sentito parlare, potrei rientrare anch’io. Preciso che sono nullatenente, non ho beni intestati e non possiedo né stipendio né conti correnti, condizione che rende difficile intestarsi qualcosa. Secondo voi, posso beneficiare dalla cancellazione dei miei debiti?”

Addio cartelle esattoriali dopo soli 6 mesi, ecco come funziona la riforma della riscossione per alcuni

La riforma della riscossione delle cartelle esattoriali non riscosse prevede un’importante novità: il discarico automatico. Con questa misura, da una parte si vuole favorire i contribuenti indebitati e, dall’altra, alleggerire il carico di pratiche pendenti e di cartelle dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Questa sorta di mini riforma della riscossione, che dovrebbe diventare effettiva a partire da gennaio, porterà benefici per tutti. Si prevede il discarico delle cartelle non riscosse da cinque anni da parte del Fisco, cartelle che potenzialmente non sono incassabili e che verranno restituite agli Enti originari del debito.

Saranno questi ultimi a decidere se cancellare definitivamente il debito del cittadino o tentare nuovamente di incassarlo, sia autonomamente che attraverso l’Agenzia delle Entrate Riscossione o un altro concessionario.

Alleggerire il contribuente ma anche l’Agenzia delle Entrate Riscossione, cosa c’è dietro il discarico automatico delle cartelle esattoriali

Come menzionato, l’iniziativa parte dalla necessità di svuotare un magazzino di cartelle che sono potenzialmente non più incassabili. Queste cartelle rappresentano solo un onere aggiuntivo per il concessionario, generando lavoro extra per il personale e spese di notifica che non portano a un ritorno economico. Contribuenti defunti, falliti o semplicemente nullatenenti, come nel caso del nostro lettore, sono esempi di soggetti che probabilmente non faranno altro che aggravare la situazione dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Cosa c’è nella riforma fiscale per quanto riguarda la riscossione

Le nuove regole prevedono lo stralcio automatico delle cartelle dopo cinque anni quando l’Agenzia delle Entrate Riscossione non è riuscita a procedere con il recupero coattivo delle somme.

A partire da gennaio 2025, in tutti i casi in cui l’Agenzia stabilisca l’impossibilità di agire nei confronti di un contribuente, la cartella sarà eliminata dall’estratto di ruolo del contribuente stesso.

Tuttavia, è importante notare che, sebbene si parli generalmente di un termine di cinque anni, per i contribuenti nullatenenti, come accennato, potrebbe esserci una via preferenziale che prevede la cancellazione delle cartelle già sei mesi dopo la notifica.

Ecco le nuove regole per il discarico automatico delle cartelle esattoriali

Grazie alle banche dati accessibili al Fisco, tra cui l’Anagrafe dei Conti Correnti e l’Anagrafe Tributaria, è possibile verificare rapidamente la situazione patrimoniale del contribuente. In caso di impossibilità di recupero, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può decidere immediatamente di restituire il carico all’INPS, alle Regioni, ai Comuni. O a qualsiasi altro Ente che aveva affidato l’incasso coattivo all’Agente della Riscossione.

Per esempio, una cartella relativa al Bollo Auto potrebbe essere cancellata e il debito ricondotto alla Regione di competenza.

Lo stesso processo si applicherebbe ai Comuni per tasse come TASI, TARI o IMU, o all’Agenzia delle Entrate per l’IRPEF. Dettagliatamente, il debito di un contribuente, dopo il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui l’Ente ha affidato l’incasso all’Agente della Riscossione, tornerà all’origine.

La normativa prevede che l’Ente possa segnalare all’Agente della Riscossione eventuali nuovi redditi o beni che il contribuente potrebbe acquisire, come per esempio eredità, consentendo così potenzialmente un nuovo tentativo di incasso.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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