Chi negli anni ha pensato di sfruttare un appartamento come “casa vacanze” o per i cosiddetti “affitti brevi” sperando di sfuggire alle tasse ha commesso uno sbaglio. E’ cosa, infatti, molto diffusa affittare per brevi periodi la propria seconda casa, al mare o in montagna, per guadagnare un gruzzoletto di denaro e permettersi una vacanza oppure per fare dei lavoretti sullo stesso immobile dato in affitto. Ma, purtroppo, alla legge, e al fisco, non si sfugge.
Il 730 2022, precompilato o ordinario, deve essere presentato entro il prossimo 30 settembre.
Anche nel caso del 730 precompilato, il contribuente è chiamato a effettuare alcuni controlli prima di inviare la dichiarazione al Fisco.
Gli affitti brevi
Quando parliamo di affitti brevi, facciamo riferimento alle locazioni di durata non superiore a 30 giorni per le quali è possibile applicare la cedolare secca al 21%. Si parla di affitti brevi per gli immobili di cui alle categorie catastali da A1 a A11 (esclusa A10 – uffici o studi privati) e le relative pertinenze (box, posti auto, cantine, soffitte, ecc. Ad esempio, il contribuente che fitta la propria casa in montagna a soggetti diversi, può applicare la cedolare secca ai redditi derivanti dall’affitto.
In base alle previsioni di cui all’art.
- la fornitura della biancheria,
- la pulizia dei locali,
- le utenze, wi-fi,
- aria condizionata.
Non sono invece ammessi servizi come: prima colazione, pasti principali, auto a noleggio, guide turistiche o interpreti. In tali casi potrebbe configurarsi attività d’impresa.
Gli ultimi controlli nel 730
Il fatto che il contribuente abbia la possibilità di tassare gli affitti brevi con la cedolare secca non significa che non può optare per la tassazione ordinaria Irpef.
A tal proposito, sul portale della dichiarazione precompilata, è specificato che:
l’opzione per la cedolare secca è nella maggior parte dei casi la più vantaggiosa per il contribuente, si è ritenuto opportuno precompilare assoggettando i corrispettivi comunicati tramite CU alla tassazione sostitutiva. Sarà cura del contribuente, in sede di dichiarazione dei redditi, modificare la dichiarazione precompilata optando per la tassazione ordinaria, qualora la ritenga più conveniente.
La tassazione ordinaria, ad esempio, potrebbe convenire a chi ha delle spese da scaricare dal reddito. In tale caso, considerato che non è possibile scaricare alcuna spesa dalla cedolare secca, la scelta per la tassazione ordinaria sarebbe ragionevole.