Uno dei casi più spinosi in cui si possono imbattere i soggetti coinvolti nei contratti di affitto, ovvero inquilini e proprietari di casa, è quello della restituzione del deposito cauzionale. Come previsto dalla legge, il proprietario può chiedere all’inquilino fino a un massimo di tre mesi di affitto anticipato come deposito cauzionale. Su questo argomento, spesso, le parti in causa finiscono in conflitto al termine del contratto, con situazioni che vengono portate davanti ai Giudici, i quali emettono sentenze che possono risultare contraddittorie.
Oggi, per esempio, parliamo di un particolare aspetto del deposito cauzionale: quello degli interessi che, secondo alcune normative, il proprietario di casa dovrebbe corrispondere all’inquilino quando restituisce la “caparra”.
“Buongiorno, sono Pietro e sono un vostro lettore affezionato. Volevo chiedervi un parere, se possibile. Ho appena comprato casa e credo che ad ottobre, al termine di alcuni lavori interni all’appartamento, mi trasferirò con la mia famiglia. Oggi vivo in affitto (da 7 anni nello stesso appartamento dello stesso proprietario). Non ho mai avuto problemi con lui e naturalmente lui con me. Inizialmente, il canone di affitto era di 750 euro al mese, poi è passato a 830 euro, come pago ancora oggi.
Il mio padrone di casa ha in mano 2.250 euro di deposito cauzionale, che mi dovrebbe restituire ad ottobre, quando lascerò casa. Non credo che mi negherà questa somma, perché, come detto, non abbiamo mai avuto grosse problematiche in questi 7 anni. Anzi, non ne ho mai avute nemmeno nella precedente abitazione presso un altro proprietario. In quel caso, ottenni indietro il deposito cauzionale come logica vuole. Ma forse commisi un errore. Secondo voi, è vero che oltre ai soldi dati come caparra, il padrone di casa deve darmi anche gli interessi? Secondo voi, è giusto o mi devo accontentare di ricevere indietro i soldi che ho dato inizialmente?”
Affitti: il deposito cauzionale genera interessi, il proprietario è tenuto a rimborsare l’inquilino?
Ripetiamo, se c’è una materia molto particolare, è quella degli affitti.
Grazie a questo deposito, il proprietario è più tutelato nel caso in cui l’inquilino non paghi il canone mensile o lasci la casa con danni non risarciti autonomamente. Se al termine del contratto di affitto nessuna delle ipotesi prima citate si è materializzata, l’inquilino ha diritto alla restituzione del deposito cauzionale e della mensilità anticipata, a meno che non sia stato utilizzato, tramite accordo tra le parti, per le ultime tre mensilità di affitto prima della cessazione del contratto.
Sugli affitti anche la Giurisprudenza spesso pronuncia sentenze contraddittorie
La libertà di sottoscrivere clausole e regole particolari in un contratto di affitto vale anche per l’affitto stesso. Quindi, molto dipende da cosa fanno le parti e da cosa è scritto nel contratto, anche se le regole generali devono sempre essere rispettate. Le scritture private spesso determinano diversi orientamenti nei Tribunali quando devono dirimere contenziosi riguardanti la restituzione della caparra e l’applicazione degli interessi sui soldi che l’inquilino ha dato al proprietario molti mesi, o spesso, molti anni prima.
Ecco come funziona il deposito cauzionale e cosa prevede la legge sui contratti di affitto
Tutto parte dalla “Legge Equo Canone”, la numero 392 del 27 luglio 1978. Da questa legge nascono i tre mesi di canone anticipato come caparra, ma anche il fatto che si tratta di un deposito cauzionale fruttifero.
Molto è lasciato alla libera contrattazione, perché in un contratto di affitto sottoscritto tra le parti si può convenire che il deposito cauzionale sia infruttifero. Questo succede spesso nei contratti 4+4, ovvero quelli a canone libero. Tuttavia, anche di fronte a questa scrittura privata, i Tribunali hanno spesso considerato illegittima questa clausola, dando ragione all’inquilino che ha richiesto il versamento degli interessi legali sul deposito cauzionale.
In linea generale, possiamo dire che il deposito cauzionale genera interessi e che questi devono essere liquidati insieme alla restituzione del deposito stesso agli inquilini, che, secondo la legge, restano la parte debole del contratto di locazione. Come per il trattenimento del deposito in caso di danni all’immobile, anche per questi interessi deve essere sempre un Giudice a stabilire, se le parti non si accordano da sole senza ricorrere alle vie legali.