Affitto: contratti in nero o a canone simulato, come comportarsi?

Come deve comportarsi l'inquilino in caso di affitto in nero o di contratto con canone simulato?
9 anni fa
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Con due recenti sentenze, la numero 18213 e la numero 18214 dello scorso 17 settembre, la Corte di Cassazione si è espressa su due problematiche molto diffuse che riguardano i contratti di affitto. La suprema Corte ha fatto notare che i contratti di affitto privi della forma scritta sono nulli, ma se il conduttore è in buona fede possono essere sanati. I giudici hanno sottolineato anche che i contratti di affitto registrati con canoni inferiori al reale restano validi soltanto per il canone apparente, mentre il canone maggiore è nullo e non sanabile neanche con una eventuale registrazione tardiva.

Ma in uno di questi casi come deve comportarsi l’inquilino? In un comunicato stampa odierno l’ADUC spiega agli inquilini come comportarsi in queste situazioni ponendo l’accento su quello che è legale e quello che invece non lo è, proprio alla luce delle due recenti sentenze della Cassazione.  

Contratto registrato con canone inferiore

Uno dei casi più diffusi che utilizzano i proprietari per pagare meno tasse è quello di firmare due distinti contratti, di cui se ne registra soltanto uno all’Agenzia delle Entrate, quello, ovviamente, con il canone di affitto più basso. Il canone reale pagato dall’inquilino è contenuto nel secondo contratto, quello che non viene registrato, che è detto contratto fantasma perché, anche se è un’arma nelle mani del proprietario nei confronti dell’inquilino, non risulta registrato da nessuna parte. Nelle prossime pagine vedremo come l’inquilino può comportarsi in questo caso e anche nel caso degli affitti in nero dove, appunto, il contratto scritto proprio non esiste.

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