Agevolazioni prima casa, trasferirsi per lavoro non basta

Agevolazioni prima casa: il trasferimento per lavoro non vale come cambio di residenza
8 anni fa
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Agevolazione prima casa, novità per chi emigra all'estero (requisiti)

Sappiamo bene, e abbiamo visto più volte, che per godere delle agevolazioni prima casa occorre trasferire all’indirizzo dell’immobile la residenza. Su questo punto la giurisprudenza è stata chiamata ad intervenire più volte. Di recente con sentenza 4512/2016 è stato ribadito dalla Ctp di Milano che il requisito della residenza (o l’impegno a trasferirla entro 18 mesi dal rogito)  è fondamentale e che non basta, all’uopo, trasferirsi per lavoro.

In altre parole, se il contribuente promette al momento del rogito il cambio di residenza e poi non mantiene la promessa, incorre in decadenza dall’agevolazione ottenuta in sede di acquisto dell’abitazione, senza che possa utilizzare come scusante che, nel frattempo, è avvenuto il trasferimento dell’ attività lavorativa.

Va inoltre precisato che le regole fissate per l’attività lavorativa, si estendono a qualsiasi altra attività che il contribuente svolga in modo continuativo che si tratti di un’attività produttiva di reddito di lavoro dipendente o autonomo o d’impresa, ma anche di attività non produttive di reddito (è il caso ad esempio di un religioso, di uno studente oppure di un volontario).

Mancato cambio residenza e agevolazioni prima casa: eccezioni

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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