Il 2025 potrebbe essere l’anno giusto per la pensione per molti disoccupati. Infatti, diversi di loro potranno andare in pensione grazie a una misura che, con ogni probabilità, sarà disponibile già a partire da gennaio. Inoltre, altri potrebbero beneficiare di una seconda misura che sembra destinata a essere confermata anche nel 2025. Ma quali disoccupati potranno usufruirne e in che modo? Ecco una guida sintetica in risposta a molte delle domande che riceviamo dai nostri lettori, come le due che seguono.
“Buonasera, sono un disoccupato che termina la Naspi a gennaio 2025. Secondo voi, potrò andare in pensione con la quota 41? Il mio vecchio datore di lavoro vorrebbe che tornassi a lavorare a febbraio, ma sto prendendo tempo e non ho ancora dato una risposta perché credo di aver già raggiunto i 41 anni di contributi. Tuttavia, non sono sicuro che la misura sarà confermata nel 2025. Voi cosa ne pensate?”
“Salve, sono un ex lavoratore in Naspi. Se i miei calcoli sono corretti, dovrei percepire la Naspi fino a marzo 2025. Ho 63 anni e, stando al mio estratto conto aggiornato al 31 luglio, ho 32 anni di contributi. Credo che con i contributi figurativi della Naspi aumenterò ancora un po’. Mi servirebbero conferme riguardo all’Ape sociale. Sarà possibile sfruttare questa misura anche l’anno prossimo?”
Pensione per disoccupati nel 2025: con quali requisiti?
Le due domande riportate fanno riferimento a due misure destinate ai disoccupati: l’Ape sociale e la quota 41 per i lavoratori precoci. Entrambe le misure condividono gli stessi destinatari:
- disoccupati involontari;
- caregiver che da almeno sei mesi assistono un invalido grave;
- invalidi con un’invalidità pari almeno al 74%;
- coloro che hanno svolto lavori gravosi per almeno 6 degli ultimi 7 anni (o 7 degli ultimi 10 anni).
Quindi, chi ha perso il lavoro involontariamente, senza dimissioni volontarie e senza giusta causa, può accedere a una di queste due misure una volta terminata la Naspi.
Quota 41 per i precoci e Ape sociale: cosa succede nel 2025?
Quota 41 per i precoci e Ape sociale sono due misure attualmente in vigore per il 2024. Ma cosa accadrà nel 2025?
Le due misure sono destinate alla stessa platea, ossia i disoccupati. In generale, è necessario aver terminato di percepire la Naspi. Per la quota 41, devono inoltre trascorrere tre mesi dall’ultima mensilità di Naspi ricevuta.
La quota 41 per i lavoratori precoci non prevede limiti di età. È sufficiente aver raggiunto 41 anni di contributi, di cui almeno un anno versato prima dei 19 anni di età, e almeno 35 anni di contributi effettivi, escludendo i contributi figurativi per malattia o disoccupazione. L’Ape sociale, invece, richiede almeno 30 anni di contributi e un’età minima di 63 anni e 5 mesi.
Quota 41 per i precoci e Ape sociale nel 2025: cosa aspettarsi?
Il sistema previdenziale sta attraversando una fase di possibili cambiamenti. Tuttavia, la quota 41 per i lavoratori precoci sembra essere relativamente sicura, poiché è improbabile che vengano apportate modifiche significative a breve termine. La cosiddetta “quota 41 per tutti” appare ancora lontana e probabilmente sarà oggetto di discussione nei prossimi mesi. Tuttavia, la versione per i precoci dovrebbe rimanere attiva almeno fino al 2026, come previsto dal programma attuale.
Per il nostro primo lettore, quindi, la quota 41 dovrebbe essere ancora accessibile nel 2025.
La situazione è diversa per l’Ape sociale. Mentre la quota 41 non richiede ulteriori interventi nella legge di Bilancio per essere confermata, l’Ape sociale ha una scadenza naturale fissata al 31 dicembre 2024. Senza una proroga esplicita da parte del governo, questa misura non sarà disponibile nel 2025.
Tuttavia, sembra esserci una concreta possibilità che la tanto attesa proroga venga concessa.