E’ ancora caos sulla tassa affitti brevi: su Airbnb c’è chi rischia di pagare doppio compensando anche chi non è soggetto a ritenute. Una differenza di trattamento che dà adito a polemiche. Si chiede un intervento correttivo last minute.
Tassa Airbnb, cosa cambia per chi affitta
Affitti brevi online, con o senza intermediario? Differenze di trattamento fiscale
La differenza si baserebbe sulla presenza o meno di intermediario nell’affitto. Più nello specifico chi ha due intermediari rischierebbe di pagare doppia tassa mentre per i pagamenti diretti non sarebbero previste ritenute (anche perché ad oggi continuano a mancare i codici tributo appositi).
Per risolvere questa situazione iniqua, che rischia altrimenti di portare a risultare contraddittori, si attende quindi un intervento dell’Agenzia delle Entrate mediante un provvedimento contenente chiarimenti sulle disposizioni attuative della nuova tassa sugli affitti brevi online, ribattezza da molti “tassa Airbnb” (sebbene abbiamo più volte sottolineato che si applica non solo ad altri portali per affitti turistici ma anche ad intermediari non online, come ad esempio gli agenti immobiliari). Anzi questi ultimi sarebbero i primi ad essere colpiti se passasse la norma così come è scritta perché Airbnb, dal canto suo, ha già fatto sapere di non poter operare come sostituto di imposta.
Tassa Airbnb: chi non paga e chi paga doppio?
Facciamo chiarezza sullo scenario che si viene dunque a creare: la tassa sugli affitti, lo ribadiamo, è SEMPRE dovuta ma non è operata la ritenuta. Ne consegue che non deve essere eseguito alcun versamento dall’intermediario che non riceve il pagamento per l’affitto (deve essere quindi il proprietario a pagare la cedolare secca); i proprietari che si servono di doppio intermediario invece al contrario rischiano di pagare due volte. Pensiamo al caso tipo delle agenzie immobiliari che incassano gli importi dei canoni di affitto mediante i siti web e poi li girano ai proprietari.