Airbnb Toscana è tra le sessioni in italiano della piattaforma che fa registrare, insieme a Roma, Milano e Venezia, il maggior numero di richieste di prenotazione turistica. Ma le polemiche sulla sharing economy e la presunta evasione fiscale hanno spinto l’amministrazione locale ad attuare un giro di vite sugli introiti. Ecco cosa prevede il testo unico sul turismo approvato dalla Giunta regionale.
Airbnb Toscana e nuove regole partita IVA: cosa bisogna sapere
Secondo i dati gli host Airbnb a Firenze sarebbero più di 10 mila.
Prima di tutto chi affitta per più di 90 giorni in un anno è considerato alla stregua di un imprenditore e quindi sarà richiesta l’apertura di partita IVA (il richiamo è alla legge nazionale del 2011) e l’applicazione della tassa di soggiorno. La discriminante per distinguere chi tramite gli affitti su Airbnb arrotonda e chi invece sfrutta la piattaforma come fonte di introito notevole, se non addirittura primario, non sarà quindi il numero di camere ma quello complessivo dei giorni. Senza dubbio la formulazione precedente della norma era più permissiva perché fissava lo spartiacque al numero di tre appartamenti.
Tutte le locazioni turistiche andranno in ogni caso comunicate ai Comune.
Il testo è stato già approvata dalla Giunta, ora la patata bollente passa nelle mani del Consiglio Regionale che ha 180 giorni di tempo a disposizione per emanare il regolamento attuativo.
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