A marzo 2025 l’inflazione in Italia è tornata a flettere, segnando un dato che sorprende per il rallentamento rispetto ai mesi precedenti. Dopo una fase prolungata di alta tensione sui prezzi, sostenuta da energia, carburanti e alimentari, il primo trimestre si chiude con un quadro in evoluzione, meno drammatico ma ancora fragile. Secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat, i prezzi al consumo crescono dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua, segnando il tasso più basso degli ultimi due anni. Questo dato provvisorio conferma la tendenza verso un raffreddamento dell’inflazione, già in atto da fine 2024, e porta una boccata d’ossigeno per le famiglie, ancora provate da mesi di rincari.
Il rallentamento non è uniforme in tutti i settori, ma l’attenuazione delle tensioni sui beni energetici ha un impatto significativo sul quadro generale. I carburanti, in particolare, mostrano segnali di stabilità, mentre gli alimentari restano su livelli alti, pur con una dinamica meno aggressiva. A influire è anche un calo della domanda interna, legato a un clima di incertezza che frena i consumi. Ma il dato di marzo potrebbe indicare una nuova fase per l’economia italiana, sospesa tra cautela e attese.
Energia e carburanti trainano il raffreddamento
A determinare il rallentamento dell’inflazione a marzo 2025 è soprattutto il comparto energetico. I beni energetici regolamentati – come gas ed elettricità – registrano una forte decelerazione: la variazione annua passa dal -18,4% di febbraio al -31,7%. Anche i carburanti, ossia i beni energetici non regolamentati, rallentano ulteriormente, segnando un -10,3% annuo dopo il -17,2% del mese precedente.
Questa dinamica è dovuta al calo delle quotazioni internazionali e a un miglioramento delle forniture, che allontana – almeno per ora – lo spettro di nuove impennate.
Gli interventi sul fronte delle accise e delle tariffe contribuiscono a calmierare i prezzi, soprattutto alla pompa, dove i rincari sembrano essersi arrestati. Nonostante il diesel sia ancora più caro rispetto a due anni fa, la crescita si è stabilizzata.
Il calo dell’inflazione energetica si riflette anche sugli altri settori, portando a un effetto domino che frena l’aumento dei prezzi in molti comparti. Tuttavia, l’inflazione di fondo – che esclude energia e alimentari freschi – resta all’1,6%, in linea con il mese precedente. Segno che la struttura dei prezzi rimane ancora rigida.
Inflazione, gli alimentari rallentano ma restano alti
Anche il comparto alimentare mostra un rallentamento, seppur meno marcato. I prodotti lavorati scendono da +3,4% a +2,8% su base annua, mentre i prodotti freschi passano da +4,4% a +2,6%. È una buona notizia per le famiglie, che hanno dovuto fronteggiare per mesi rincari su pane, pasta, latte, frutta e verdura. Tuttavia, i prezzi restano su livelli storicamente elevati, e in molti casi il calo è più tecnico che reale: rispetto al 2023, la spesa alimentare è ancora più cara.
La variazione mensile nulla per il carrello della spesa (+0,0%) indica una fase di transizione, più che una vera inversione di tendenza. La stagionalità gioca un ruolo, così come le dinamiche internazionali sui mercati agricoli, ancora instabili a causa dei cambiamenti climatici e delle tensioni geopolitiche.
L’inflazione rallenta anche nell’eurozona
Il dato italiano si inserisce in un contesto più ampio: anche l’eurozona registra un rallentamento dell’inflazione. Secondo Eurostat, il dato preliminare per marzo segna un +2,4% su base annua, in calo rispetto al +2,6% di febbraio. L’inflazione di fondo si attesta al 2,9%, in discesa rispetto al 3,1% del mese precedente. Questi numeri alimentano le aspettative per una possibile svolta della politica monetaria da parte della BCE.
Per il momento, la Banca centrale europea mantiene alta l’attenzione, anche se i mercati iniziano a scommettere su un primo taglio dei tassi d’interesse già entro l’estate. Tuttavia, il rischio di nuove pressioni al rialzo – legate al petrolio, ai trasporti o agli scenari geopolitici – resta sullo sfondo. La prudenza è d’obbligo.
I punti chiave.
- inflazione allo 0,8% annuo a marzo, minimo dal 2021.
- energetici in netto calo, alimentari ancora alti ma in frenata.
- rallentamento anche nell’eurozona, possibile taglio dei tassi in vista.