Alitalia ha finito i soldi e i dipendenti sono senza stipendio, né cassa integrazione. Come preannunciato dalla stessa compagnia di bandiera, la liquidità del vettore si è esaurita questo mese.
La notizia non è un fulmine a ciel sereno. Come anticipato dal commissario, Giuseppe Leogrande, le difficoltà di Alitalia sono note e il cambio di governo ha allungato i tempi per l’erogazione di nuovi prestiti ponte da parte del Tesoro.
Alitalia, dipendenti senza stipendio
Nel frattempo gli aerei Alitalia continuano a volare, nel limite delle restrizioni imposte dal Covid, ma da Bruxelles non è ancora arrivato il via libera ai ristori. Si attende la terza tranche (l’ultima) da 55 milioni di euro legati all’emergenza sanitaria e funzionali appunto al pagamento degli stipendi dei dipendenti.
Intanto i sindacati premono sull’esecutivo Draghi. Come afferma Claudio Tarlazzi della UIL Trasporti,
“compito del nuovo governo è far capire all’Europa che l’autorizzazione all’erogazione dei ristori per i danni Covid è funzionale al pagamento degli stipendi e dei fornitori della vecchia Alitalia fino alla nascita della nuova compagnia di bandiera il cui iter deve essere accelerato”.
Un intervento che non sarà risolutivo, ma che darà una boccata di ossigeno in attesa che tutto torni alla normalità.
In ritardo anche la cassa integrazione
A rendere la situazione più complicata in Alitalia è anche il ritardo delle integrazioni straordinarie salariali a carico del Fondo di Settore Volo – Inps. L’istituto di previdenza non ha ancora dato corso ai pagamenti degli ammortizzatori sociali, già deliberati, a partire da novembre 2020.
Il tutto per cavilli burocratici che i sindacati denunciano apertamente puntando il dito sull’inefficienza conclamata della pubblica amministrazione. Per le organizzazioni sindacali questo ritardo rischia di generare “ritardi pesantissimi nell’erogazione delle integrazioni alle lavoratrici e ai lavoratori”. E così per l’1 marzo è stata indetta una manifestazione sotto gli uffici Inps di Roma.
Inps, nessun ritardo verso Alitalia
Intanto l’Inps scarica la responsabilità su altri. Cosa che in Italia è ormai diventata d’abitudine. Di fatto, Alitalia è beneficiaria di cassa integrazione straordinaria, in virtù di autorizzazione ministeriale che prevede il pagamento della prestazione anticipato dall’azienda e successivamente conguagliato dall’azienda con i contributi dovuti all’Inps. Per l’eventuale passaggio a pagamento diretto della Cigs da parte dell’Inps, la richiesta deve essere fatta al Ministero del Lavoro.
Stante che l’Inps non ha ricevuto nessun aggiornamento a riguardo – spiega l’Istituto – nessun ritardo o altro tipo di volontà ostativa può essere imputato all’Istituto sulla questione. Sicché la colpa non sarebbe dell’Inps, ma del Ministero del Lavoro che non ha passato le carte all’Inps che, viceversa, sarebbe già pronto a pagare.
Ma non solo. L’inps sostiene anche che, in merito a presunti ritardi nei pagamenti ai lavoratori Alitalia, l’azienda ha inviato solo il 12 e il 13 febbraio 2021 i dati utili per il calcolo per l’anno 2021.
Dati di calcolo Cig errati
Dati sui quali l’Inps ha immediatamente evidenziato ad Alitalia alcune evidenti incongruenze e possibili inesattezze. Pertanto ha invitato la compagnia a una rettifica che consenta di erogare rapidamente le prestazioni. Richiesta ulteriormente rinnovata lo scorso 23 febbraio.
La correzione dei dati attiene, in particolare, alle voci retributive alle quali far riferimento per individuare la misura delle prestazioni che, per espressa previsione del decreto interministeriale che disciplina la materia, devono collocarsi nei 12 mesi antecedenti la richiesta di accesso alla prestazione integrativa.