Alitalia: valanga di cartelle esattoriali a piloti e hostess per 40 milioni

Alitalia avrebbe pagato il 50% di tasse in meno sulla retribuzione di piloti e hostess. Inviate 3.600 cartelle esattoriali per 40 milioni di euro.
5 anni fa
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Alitalia ha problemi con il fisco. Ai problemi di bilancio che vede la compagnia aerea perdere due milioni di euro al giorno, si aggiungono adesso anche le grane con l’Agenzia delle Entrate. Alitalia, si sa, ha bisogno come il pane dei 400 milioni di liquidità che il governo le ha già assegnato. Soldi che rischiano di essere intaccati da un battaglia fiscale che può avere conseguenze disastrose.

Secondo il fisco, allertato da un esposto di un sindacato minoritario, piloti e hostess avrebbero pagato il 50% di tasse in meno sulla parte della retribuzione variabile.

Da qui l’avvio, all’inizio dell’anno, di circa 3.600 cartelle esattoriali (con importi che variano dai 2.500 agli 8.200 euro) da parte dell’Agenzia delle entrate. Una raffica di avvisi a tutto il personale viaggiante. Nel mirino, scendendo nei dettagli tecnici, voci riconducibili alle indennità di volo.

Alitalia, sbagli i calcoli

Secondo i sindacati sarebbe stata proprio Alitalia a sbagliare i calcoli. Sono però i lavoratori a dover pagare subito, in attesa ovviamente di chiarimenti, oltre al dovuto, multe ed interessi. Ma il salasso non durerà solo un anno. Piloti e hostess, sempre che l’Agenzia delle Entrate non torni sui propri passi visto che c’è un confronto in corso, saranno costretti a pagare le cartelle per un periodo che va dal 2014 a oggi. In media 4.000 euro all’anno.

L’Inps reclama 40 milioni di euro

Ma è soprattutto per l’azienda che il conto è salatissimo: fino a 40 milioni di euro per mancati versamenti all’Inps. Il motivo? Sbagliando i calcoli degli stipendi, almeno nell’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate, sono stati versati meno contributi previdenziali. Ed ora bisogna correre ai ripari. Non solo. Il commissario Leogrande, che cerca la sponda con le principali organizzazioni sindacali, dall’Anpav a Cgil, Cisl e Uil, ha anche il problema della cig anticipata ma che non è stata ancora corrisposta all’azienda.

Quando un’azienda mette dei lavoratori in cassa integrazione in genere anticipa il sussidio al lavoratore e poi si ripaga con i versamenti che l’istituto previdenziale è tenuto a rimborsare. Di fatto, spiegano fonti sindacali, è dal mese di settembre che Alitalia anticipa la Cig al personale viaggiante senza ottenere nulla. Mancano infatti i decreti attuativi che Leogrande sta sollecitando da quando è arrivato sul ponte di comando del vettore.

Tagli in arrivo per coprire i costi

In attesa di avere delle risposte dal ministero il commissario unico e il direttore generale Giancarlo Zevi sono al lavoro per comprimere le spese. Da un lato si stanno rivedendo i contratti di leasing, dall’altro si studia un taglio di 8 aeromobili che comporterebbe una riduzione dei costi. Previsti anche esuberi che, il governo è d’accordo, potrebbero usufruire di scivoli e prepensionamenti. Riducendo così al minimo l’impatto sociale. Per fare questo però sarà necessario creare una newco, mentre dovrà essere il Tribunale a dichiarare la cessazione dell’esercizio d’impresa da parte dell’Alitalia in gestione commissariale.

Nella newco – il ministro Patuanelli immagina una holding – dovrebbero essere divise in tre le attività aziendali principali. Una dedicata alla parte volo (razionalizzata e con i dipendenti necessari a garantire il pareggio), una alla manutenzione e l’ultima all’handling. I debiti e gli esuberi resterebbero invece in capo alla bad company, gestiti cioè dall’Alitalia in liquidazione. Ma prima c’è il dossier fisco da risolvere.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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