Quando si sceglie l’acqua in bottiglia al supermercato, naturale o frizzante che sia, oltre che al prezzo probabilmente si presta, giustamente, molta attenzione all’etichetta sulla bottiglia che illustra le proprietà dell’acqua in questione. Ma i più attenti si sono anche chiesti se tutto questo abbia senso nel momento in cui non è dato sapere in quali condizioni viaggiano le bottiglie di plastica fino al supermercato. L’acqua lasciata sotto al sole o nei magazzini pieni di polvere per giorni o addirittura settimane conserva ancora le sue proprietà in bottiglia? Un allarme sull’acqua in bottiglia al supermercato che ciclicamente viene risollevato, non a caso in estate quando la temperatura sale e il problema quindi è più sentito.
Immaginiamo che guidando nel traffico passiate davanti all’entrata secondaria di un supermercato e assistiate al momento in cui i magazzinieri scaricano le casse d’acqua sotto al sole. Probabilmente vi verrà spontaneo chiederti se c’è il rischio quando si fa spesa proprio di comprare una delle bottiglie di plastica lasciate sotto al sole.
La legge tutela la salute dei clienti riconoscendo che lasciare le bottiglie di acqua esposte ai raggi del sole e alle alte temperature costituisce reato. Su questo assunto la Corte di Cassazione di recente ha condannato un esercente “per avere detenuto per la vendita, in cattivo stato di conservazione, più confezioni di acqua collocandole nel piazzale antistante l’immobile, esponendole alla luce del sole”, questo quindi indipendentemente dalla circostanza che il danno si sia concretamente verificato oppure resti un rischio ipotetico e astratto. Anche se nessun cliente si sente male dopo averla bevuta, l’acqua (così come la merce in genere) lasciata in cattivo stato di conservazione rappresenta un illecito.
L’acqua in bottiglia può nascondere dei rischi? Bufale e allarme
Ma aldilà del reato, bisogna veramente preoccuparsi o sono allarmismi esagerati basati su bufale? Alcuni studi confermano che il polietilene tereftalato nelle confezioni a contatto con fonti di calore rilascia delle sostanze chimiche come l’antimonio o il bisfenolo A o BPA.