Perché aumenta lo spread con la Spagna
Economiche, perché il pil spagnolo tende a crescere di almeno 3 volte in più di quello italiano. Quest’ultimo, se tutto andrà bene, dovrebbe segnare un pallido +1% quest’anno, facendo la media delle varie previsioni indipendenti e del governo Gentiloni. Pur in presenza di un deficit più alto, quindi, Madrid sta riuscendo a tagliare il rapporto tra debito e pil (specie ora che l’inflazione punta più al 3% che al 2%), allontanandosi dalla soglia del 100%, tanto che al 2020 dovrebbe scendere all’82%. L’Italia detiene un debito al 133% del pil e la bassa crescita le impedisce di ridurne il peso, il quale è stimato solo in lieve calo nei prossimi anni, per di più dovendo mettere presto in conto un aumento dei costi per rifinanziare il debito, quando inizieranno ad essere ritirati gli stimoli monetari della BCE.
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Sul piano politico, la Spagna è uscita da una fase turbolenta, sebbene il governo Rajoy attualmente sia sostenuto da una maggioranza parlamentare fragile. In ogni caso, le due elezioni politiche celebrate a distanza di 6 mesi l’una dall’altra tra il dicembre 2015 e il giugno 2016 avrebbero confermato un consenso relativamente forte per gli schieramenti politici tradizionali ed europeisti, disinnescando il rischio di una vittoria di Podemos, formazione euro-scettica di sinistra. I ritmi incalzanti della crescita economica stanno riducendo l’ancora alta disoccupazione, creando un clima favorevole alla stabilità del governo.
Non lo stesso può dirsi dell’Italia, dove tra euro-scetticismo montante e assenza di una legge elettorale efficiente e conforme tra Camera e Senato, alle prossime elezioni politiche si potrebbe registrare il caos, alimentato dall’assenza di alcuna maggioranza possibile in Parlamento e dal rischio per i mercati di trovarsi di fronte a un governo retto da uno schieramento trasversale anti-euro. A questo punto, la soglia psicologica a cui guardare con preoccupazione per lo spread BTp-Bonos a 10 anni è quella dei 100 punti. Sarebbe un indizio pesante sulla perdita di fiducia degli investitori verso il nostro paese, antipasto di quanto accadrebbe dopo il voto.