I grandi amori sono impossibili da dimenticare. Per questo, il ritorno di Massimiliano Allegri alla Juventus è dato per scontato. Giovedì, Andrea Agnelli e John Elkann si sono incontrati per la prima volta dopo il caso Superlega. I due cugini hanno avuto occasione per chiarirsi e fare il punto sulla necessità di rivedere la gestione della società bianconera. Troppo grande la cattiva figura rimediata con il flop dell’operazione annunciata solo 48 ore prima da Florentino Peres. Ma i danni non sono solo d’immagine, bensì di natura relazionale (vedi UEFA) e calcistici.
La Juventus rischia di non accedere alla Champions League alla prossima stagione. Il suo quarto posto nella classifica di Serie A traballa e di certo il lavoro di Andrea Pirlo nel suo primo anno di carriera come allenatore è giudicato unanimemente insufficiente. Dunque, Allegri alla Juventus sarebbe la prima soluzione per ridare vigore a un gioco appannato. E non è un mistero che il diretto interessato accetterebbe.
Ma per un big che arriva, un altro se ne va. L’addio di Cristiano Ronaldo sarebbe un’altra certezza di questi giorni. L’attaccante portoghese è sempre più estraniato nella squadra, ha perso ogni stimolo. E’ abituato a giocare le massime competizioni europee, non a inseguire il quarto posto di un campionato nazionale. Nell’estate 2018, aveva firmato un contratto di 4 anni. Esso scadrà nel giugno 2022. Dunque, chi volesse inserirlo nella rosa, dovrebbe pagare ai bianconeri il costo del cartellino. Il suo prezzo di mercato si aggira sui 50 milioni di euro, che per un 36-enne sono tantissimi.
Allegri alla Juventus e via CR7
Non è detto che Agnelli trovi una società disposta a pagargli una tale cifra. I pretendenti sarebbero due: PSG e Manchester United. E chissà che la seconda non si faccia perdonare lo sgarbo dell’uscita dalla Superlega, mitigando la posizione dura di Peres e dello stesso Agnelli sulle sanzioni da versare.
In cambio, il ritorno di Allegri alla Juventus comporterebbe certamente il sostenimento di un costo extra per la società. Pirlo percepisce “solo” 1,8 milioni netti a stagione, mentre Allegri era andato via con 7,5 milioni. Al lordo della tassazione, l’aggravio ammonterebbe a 10 milioni di euro. Non bazzecole, ma sostenibile con la cessione anticipata di CR7. E forse, i cambiamenti non sarebbero finiti. Se già dopo il flop di Superlega s’ipotizzava il passo indietro dello stesso Agnelli dalla presidenza, dopo l’incontro tra i due cugini avanza anche l’ipotesi del licenziamento di Fabio Paratici e Pavel Nevdev, due dirigenti nell’occhio del ciclone da tempo per le diverse mosse sbagliate in fatto di calciomercato e risultati ottenuti.
Elkann ha una voce di peso nella società. E’ presidente della Exor, la holding che possiede il 63,77% delle azioni Juventus. Al posto di Agnelli, alla presidenza arriverebbe Alessandro Nasi, il terzo cugino meno famoso, ma rappresentante di un altro ramo della famiglia. Una rivoluzione d’immagine e di contenuto necessaria più che mai. Le perdite nel primo semestre del 2020/2021 sono state di 113,7 milioni di euro. Certo, c’è la pandemia, ma è troppo anche per una squadra con le spalle larghe come la Juventus. E se l’anno prossimo non giocasse neppure la Champions, ai guai si aggiungerebbero altri guai. Nessuno avrebbe potuto immaginare che Cristiano Ronaldo avrebbe giocato metà del tempo con l’Allianz Stadium inaccessibile al pubblico. Ma al netto dell’imponderabile, quell’operazione a consuntivo si è rivelata sbagliata sul piano calcistico e finanziario.