Dopo il Senato è arrivato il via libera anche dalla Commissione Finanze della Camera al decreto legislativo sul riordino o “allineamento” delle accise. Se n’era parlato, non senza polemiche, in occasione della legge di Bilancio per quest’anno. In attesa che il Consiglio dei ministri dia l’ok finale, sembra sostanzialmente fatta. Entro il 2030 l’imposizione fiscale su diesel e benzina sarà la stessa. Una novità che riguarda milioni di automobilisti italiani, anche se si prevede che sarà graduale proprio per evitare un impatto duro su alcuni di essi.
Eliminazione graduale dei sussidi ambientalmente dannosi
L’allineamento delle accise parte dalla volontà dell’Unione Europea di eliminare nel tempo tutti i “sussidi ambientalmente dannosi”.
Tra questi rientra lo sconto applicato dall’Italia ai consumi di diesel o gasolio. Infatti, le accise sulla benzina ammontano a 72,84 centesimi al litro, mentre quelle sul gasolio a 61,70 centesimi. Una differenza di oltre 11 centesimi che favorisce il secondo, retaggio di una legislazione passata, quando si supponeva che la benzina fosse relativamente più inquinante.
Benzina giù, diesel su
Il Parlamento ha previsto un allineamento delle accise entro 5 anni e a partire proprio da quest’anno. Come? Tagliandole di 1-1,5 centesimi al litro sulla benzina e contestualmente alzandole dello stesso importo sul diesel. Sebbene non ci siano certezze sulle cifre finali, dovrebbero incontrarsi grosso modo a 67,25 centesimi. Questo significa che in futuro la benzina, a parità di tutto il resto, costerebbe circa 5,5 centesimi al litro in meno, mentre il diesel 5,5 centesimi in più.
Sebbene l’allineamento delle accise sembri prefigurare uno scenario immutato rispetto ad oggi, non è affatto così. Secondo l’Unione petrolifera, i consumi di gasolio nel 2024 sono stati pari a 28,8 miliardi di litri.
I consumi di benzina si sono fermati a 12,3 miliardi di litri. Alzando sui primi e riducendo sui secondi, lo stato al netto ci guadagnerà. In effetti, gli aumenti graverebbero su consumi più che doppi rispetto a quelli beneficiari della riduzione. Il maggiore gettito, a consumi invariati, sfiorerebbe i 175 milioni di euro all’anno. Considerata anche l’IVA, si arriverebbe a più di 210 milioni.
Da allineamento accise più risorse a trasporto pubblico locale
Il testo approvato in Parlamento impegna il governo a destinare l’eventuale maggiore gettito ottenuto con l’allineamento delle accise al trasporto pubblico locale. Saranno scontenti i guidatori di auto a diesel, contenti quelli di auto a benzina. A godere è senza dubbio lo stato, che nel 2024 avrebbe incassato dalle sole accise quasi 27 miliardi, un conto destinato a salire a 32,6 miliardi compreso di IVA. Il carburante per spostarsi con un’auto privata ha fatto introitare qualcosa come l’1,5% del Pil.