Mistero Treasury: balzo dello 0,30% in poche ore, cos’è successo e c’entra la Cina?

Il rendimento del Treasury a 10 anni è balzato di oltre lo 0,30% nell'arco della medesima seduta, un fatto che accende i fari sulla Cina.
3 settimane fa
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Treasury a 10 anni in altalena
Treasury a 10 anni in altalena © Licenza Creative Commons

Ieri, è accaduto qualcosa di inconsueto per entità. Il Treasury a 10 anni ha chiuso offrendo un rendimento del 4,16%, ma aveva aperto la seduta al 3,89% e in tarda serata era salito fino al 4,22%. Nell’arco di poche ore, quindi, il rendimento decennale americano ha oscillato di oltre 30 punti base o 0,30%. Tantissimo, specie se consideriamo di stare parlando di un bond di riferimento per l’intero mercato obbligazionario globale.

Mercati in altalena sui dazi

E’ successo che la giornata si era aperta con le preoccupazioni degli investitori al massimo sui dazi. Quando in Italia era pomeriggio, però, si è diffusa la voce che il presidente Donald Trump stesse prendendo in considerazione una pausa di 90 giorni per introdurre le nuove tariffe annunciate la settimana scorsa.

I mercati si sono rianimati e gli indici azionari a Wall Street sono passati persino in positivo, mentre il Treasury cedeva per la maggiore propensione al rischio.

A stretto giro è arrivata la smentita della Casa Bianca, che non è servita a stemperare granché l’ottimismo. Così come non ha impensierito più di tanto la reazione della Cina, che si è detta pronta a replicare “fino alla fine” alle misure di Washington. Oggi, le borse asiatiche hanno chiuso in deciso rialzo. Mistero risolto. In apparenza. Perché c’è un’altra voce che circola sui mercati sull’andamento del Treasury di ieri. E c’entrerebbe proprio la Cina. Il Dragone deteneva a gennaio oltre 760 miliardi di dollari di titoli del debito americano, dietro solo al Giappone con quasi 1.080 miliardi.

Cina dietro al sell-off?

La voce sostiene che ieri la Cina abbia venduto parte di questi titoli con il preciso scopo di segnalare a Trump di cosa sarebbe capace.

In effetti, in poche ore è stato cancellato il crollo del rendimento seguito all’annuncio dei dazi. Un avvertimento alla Casa Bianca: “abbiamo un’arma che potremmo usare per farti male”. E si sa che Trump è preoccupato del debito forse più che della bilancia commerciale. Il messaggio avrà fatto centro?

Per quanto 760 miliardi possano sembrare tanti, sono meno del 3% dell’intero mercato dei titoli USA da 28.000 miliardi. Scaricati in un solo colpo, provocherebbero un tonfo dei prezzi innegabile. Ma si tratterebbe di un importo nel tempo assorbibile. Insomma, zio Sam non andrebbe di certo in default. E la Cina rimedierebbe solo perdite dalla svendita degli asset detenuti. Il Treasury non può essere la vera arma negoziale di Pechino, che forse ne ha un’altra più minacciosa, cioè la svalutazione dello yuan.

Curva Treasury più ripida

A seguito di questi movimenti lo spread tra Treasury a 10 e 2 anni è passato da 35 a 39 punti base. La curva è diventata appena più ripida, seguendo un andamento tipico delle fase di distensione sui mercati. Prima dell’annuncio sui dazi il premio del decennale sulla scadenza più breve era di 29 punti.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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