La diciannovesima edizione del Btp Italia ha centrato gli obiettivi. La raccolta complessiva finale, infatti, è arrivata quasi a 10 miliardi di euro. Si è notata inoltre una presenza dominante di investitori domestici, esattamente l’89% come rivela il Mef. Chi non è riuscito a sottoscrivere tale titolo di Stato, quali alternative ha adesso. Una di queste sono i buoni fruttiferi postali?
Sicuramente i rendimenti di questi ultimi sono più bassi ma il punto di forza è che se ci sarà un rimborso anticipato non si perderà nulla.
Mettere da parte una piccola cifra di denaro è importante oggi più che mai, visti i rincari degli ultimi tempi. Più soldi significano una maggiore sicurezza economica per poter fronteggiare gli imprevisti della vita senza preoccupazioni. Inoltre significa poter garantire un futuro migliore alla prole.
Il bond anti-inflazione
Il Btp Italia è un Titolo di Stato che offre dei rendimenti crescenti al crescere dell’ inflazione nazionale. Proprio per questo ha una funzione importante di sostegno al risparmio privato e di salvaguardia del potere di acquisto di famiglie e di cittadini. Le caratteristiche principali di questo titolo sono la durata che è di cinque anni, il premio di fedeltà dell’8 per mille per chi ha acquistato il titolo all’emissione e lo terrà fino alla scadenza che è fissata per il 2028. Inoltre i rendimenti sono collegati all’inflazione nazionale con un tasso minimo fissato al 2%, le cedole sono pagate ogni sei mesi, il capitale è garantito a scadenza e la tassazione come per tutti i titoli di Stato è al 12,50%.
A chi si chiede se ci sono delle alternative per chi non ha sottoscritto i Btp Italia in questa emissione, la risposta è si. Ci sono, ad esempio, i Btp Italia emessi negli scorsi anni che come ricorda Il Sole 24 Ore rendono più se a breve scadenza con una durata compresa tra 1 e 3 anni.
I buoni?
Come detto, i buoni fruttiferi postali rendono meno dei Btp Italia. I 4×4, ad esempio, sono sottoscrivibili da tutti ma durano 16 anni e hanno un rendimento annuo lordo che è il seguente: 1,50% dopo 4 anni, 2% dopo 8 anni, 2,25% dopo 12 anni e 3% dopo 16 anni. Il punto di forza di questi titoli è che il rimborso si può chiedere in ogni momento ma gli interessi maturano solo al termine di ogni quadriennio (quindi dopo quattro, otto e dodici anni). Prima di tale arco temporale, invece, si ha diritto soltanto al capitale investito.
I buoni fruttiferi postali sono poi a zero costi e a zero pensieri, non si paga infatti nulla per la sottoscrizione e nemmeno per il rimborso, eccetto gli oneri di natura fiscale. Infine sono soggetti a una tassazione agevolate del 12,50% sugli interessi e sono anche esenti dall’imposta di successione.