Alla fine la popolazione sta finalmente rinsavendo, stavolta il terremoto che ha colpito i Campi Flegrei non riguarda il sisma in senso letterale, ma metaforicamente la situazione delle case, ossia gli affitti degli appartamenti. La scossa di Magnitudo 4.4 che ha recentemente colpito l’area dei Campi Flegrei ha lasciato strascichi che vanno ben oltre la paura iniziale. A cambiare, nel breve termine, è anche il mercato immobiliare, in particolare quello degli affitti. Paura e precarietà stanno spingendo molte persone a spostarsi verso zone ritenute più sicure, e questo ha innescato un doppio effetto: da un lato l’aumento della domanda in alcune aree limitrofe, dall’altro il calo d’interesse in quelle più vicine all’epicentro, come Pozzuoli, Bacoli e i quartieri napoletani della zona occidentale.
Già da mesi, a causa del fenomeno del bradisismo, molte famiglie vivevano in una condizione di incertezza. Il terremoto del 13 marzo ha però intensificato questo senso di instabilità. In tanti hanno scelto di lasciare temporaneamente le proprie abitazioni, anche in assenza di danni strutturali, semplicemente per il timore di nuove scosse. Questo flusso anomalo di persone ha alterato gli equilibri di un mercato affitti che, negli ultimi anni, era rimasto relativamente stabile, pur con un trend di leggera crescita nei prezzi, specie nelle zone con vista mare o più vicine a Napoli.
Terremoto Campi Flegrei, dove si cercano case ora
Le agenzie immobiliari della zona parlano di un aumento marcato delle richieste nei quartieri collinari di Napoli come Vomero e Arenella, oltre che nei comuni della provincia interna, come Marano o Giugliano. Queste aree sono percepite come più sicure sia per la distanza dal vulcano dei Campi Flegrei sia per l’assenza di rischio bradisismo.
In particolare, si stanno muovendo le famiglie con bambini piccoli o persone anziane, per cui la gestione di un’eventuale emergenza rappresenta una sfida ancora più complessa.
In questo contesto, i proprietari di case in affitto si sono trovati davanti a un bivio. Chi ha immobili nelle aree più ricercate sta sfruttando l’occasione per ritoccare i canoni al rialzo. In alcune zone, gli affitti sono aumentati fino al 20% rispetto a pochi mesi fa. L’urgenza con cui molte famiglie cercano casa ha favorito questa impennata, rendendo difficile trovare soluzioni a buon prezzo. Si sta verificando, in sostanza, una sorta di “migrazione temporanea” interna, in cui chi può permetterselo si sposta, mentre chi è vincolato da difficoltà economiche resta esposto ai rischi, non solo fisici ma anche abitativi.
D’altra parte, chi possiede immobili nei comuni più colpiti o in quelli sotto osservazione per il fenomeno del sollevamento del suolo (come Pozzuoli o la zona dei Pisciarelli) sta affrontando il problema opposto. Le richieste di affitto sono crollate, le disdette aumentano e si teme che nel medio periodo si verifichi un calo nel valore di mercato degli immobili. Alcuni proprietari, pur di non lasciare le case sfitte, stanno abbassando i canoni, ma senza riuscire a compensare la sfiducia diffusa.
Il mercato in bilico tra paura e speculazione
Questo fenomeno non riguarda solo gli immobili residenziali. Anche il settore degli affitti brevi, legato al turismo, ha subito delle conseguenze. Le prenotazioni nelle zone più prossime all’area vulcanica sono diminuite, e alcuni operatori del settore hanno deciso di sospendere temporaneamente le attività. I turisti, soprattutto stranieri, sembrano intimoriti dalle notizie che arrivano dai Campi Flegrei, e questo sta spingendo a ripensare l’offerta ricettiva in chiave più cauta.
In mezzo a tutto questo, c’è chi cerca di approfittarne. Alcuni privati stanno proponendo affitti a breve termine a prezzi gonfiati, puntando sulla difficoltà delle famiglie evacuate o costrette a lasciare temporaneamente le proprie case. Questo tipo di speculazione è già stata segnalata da alcuni comitati locali e associazioni dei consumatori, che chiedono un maggiore controllo sul mercato da parte delle istituzioni.
Sul fronte opposto, le amministrazioni comunali e la Protezione Civile stanno valutando soluzioni tampone per le situazioni più delicate, soprattutto quelle che coinvolgono cittadini fragili. L’idea di istituire un fondo speciale per sostenere le famiglie sfollate è già sul tavolo, ma servono tempi rapidi e misure concrete per evitare che la crisi abitativa diventi un’emergenza dentro l’emergenza.
Terremoto Campi Flegrei, le famiglie si riorganizzano
In un clima in cui l’instabilità geologica si riflette direttamente sulla quotidianità, le famiglie cercano di riorganizzarsi. Alcune hanno trovato soluzioni temporanee presso parenti o amici, altre hanno fatto scelte più radicali, come spostare la propria residenza o ritirare i figli dalle scuole del territorio. Le conseguenze sul tessuto sociale, oltre che economico, rischiano di essere profonde. L’effetto del terremoto sui Campi Flegrei non si limita quindi al rumore sordo delle scosse. Cambiano le abitudini, i luoghi in cui si sceglie di vivere, la percezione stessa della sicurezza domestica. Il mercato degli affitti diventa un termometro sensibile di una realtà in movimento, che va seguita con attenzione per comprendere davvero la portata di ciò che sta accadendo.
in sintesi.
- Dopo il terremoto, cresce la domanda di affitti nelle zone percepite come più sicure, con aumenti fino al 20%.
- Le aree più vicine all’epicentro registrano invece un crollo delle richieste e disdette improvvise.
- Alcuni speculano sull’emergenza, mentre le istituzioni studiano misure per sostenere gli sfollati.