Amazon ‘contro’ lo smart working: 3.500 posti di lavoro e ritorno in ufficio

Amazon punta al lavoro in ufficio: 3.500 posti di lavoro per un investimento di 1,4 miliardi di dollari.
di
4 anni fa
1 minuto di lettura
Amazon

Amazon sta puntando fortemente sul lavoro e mentre tutti pensano allo smart working e al lavoro da remoto, il colosso americano sta investendo sempre di più sul ritorno in ufficio con 3500 posti di lavoro negli Stati Uniti già pronti.

Amazon punta al ritorno in ufficio

Il lavoro da remoto ha letteralmente messo in crisi i grandi centri finanziari, quasi svuotati a causa delle poche presenze dei pendolari che durante la settimana affollavano le città. 

Grandi metropoli come Londra, New York o Milano stanno vivendo una sorta di desertificazione a causa dello smart working, che ha invece promosso uno stile di vita nei piccoli centri.

Amazon, invece, sembrare andare al contrario e avrebbe deciso di puntare al lavoro in ufficio grazie ad un piano di espansione in sei sedi americane, a New York, Phoenix, San Diego, Denver, Detroit e Dallas. Il colosso si è detto pronto ad aggiungere 3.500 posti di lavoro per un investimento di 1,4 miliardi di dollari.

Il progetto di Amazon

Nel dettaglio Amazon starebbe per includere 2mila posti di lavoro a New York, dopo aver acquistato il grande edificio che un tempo era della WeWork per 1 miliardo di dollari. Al momento, anche i dipendenti Amazon stanno lavorando da remoto e il colosso ha dato loro il permesso di farlo fino a gennaio ma la speranza è che tornino presto nei loro uffici. Al contrario, altre grandi aziende tech stanno andando verso il lavoro da casa. Basti pensare a Twitter che ha permesso ai dipendenti di operare da casa per sempre o Google o ancora Facebook, che spera di spostare la forza lavoro da remoto entro 10 anni per attirare più talenti senza rinunciare alla produttività.

Gli effetti dello smart working, in ogni caso, si sono fatti sentire. Secondo varie ricerche se è vero che lo smart working aiuterebbe la produttività e il mantenimento dell’equilibrio tra vita privata e lavoro, è anche vero che da quando milioni di persone lavorano da remoto, sono aumentate le ore di lavoro e le comunicazioni formali.

Si starebbe insomma più connessi, dando vita al dibattito sul diritto alla disconnessione.

Leggi anche: Smart working e donne: perché il lavoro agile rischia di penalizzarle?

[email protected]

Articolo precedente

Nord Corea, Kim Jong-Un sottrae i cani ai proprietari per cucinarli al ristorante

Articolo seguente

Finale Champions League: i titolari del Bayern sono costati in tutto 100 milioni