E’ di qualche giorno fa la notizia che il Real Madrid prenderebbe in considerazione l’ipotesi di emettere obbligazioni per reperire i fondi necessari alla ristrutturazione dello stadio Santiago Bernabeu. Per questo, avrebbe dato mandato a JP Morgan e Citigroup per il collocamento di un bond riservato agli investitori istituzionali e con ogni probabilità sul mercato americano. Al contempo, è stato affidato al fondo Key Partners il compito di assistere la società di calcio spagnola nella fase di assegnazione del rating.
Perché il bond “Ronaldo” emesso dalla Juventus è stato un successo
L’intento del presidente Florentino Perez non sarebbe di aumentare i posti a sedere, già a 81.000 unità, quanto di modernizzare lo stadio, mettendo a disposizione dei disabili nuovi 800 posti, nonché ampliando le dimensioni dello stesso impianto di 10 metri e quelle del museo, oltre che a posizionare diversi schermi audiovisivi per gli spettatori. Il progetto è stato approvato di recente con il 90% dei voti favorevoli dei soci.
Non è da oggi che se ne parla. Già nel 2013 si era fatta avanti la compagnia Fly Emirates per un contratto di sponsorizzazione da 55-60 milioni all’anno, in cambio dei diritti sul naming. L’accordo non si trovò, anche perché è difficile fare accettare ai tifosi il cambio di nome dello storico stadio. Ad ogni modo, non v’è certezza sullo strumento che verrà utilizzato per finanziare la ristrutturazione. Negli stessi giorni, infatti, si è parlato di un prestito da 575 milioni da parte di Bank of America Merrill Lynch e JP Morgan.
Banche o obbligazioni per il Real Madrid
Dunque, bond o maxi-prestito? Notiamo già alcune rilevanti differenze con il bond collocato dalla Juventus pochi giorni fa. Anzitutto, l’entità: il Real Madrid sbarcherebbe sul mercato per un importo di 3 volte superiore ai 175 milioni rastrellati dal club torinese. Secondariamente, avrebbe prima intenzione di farsi assegnare il rating, contrariamente alla Juve, che è andata avanti in sua assenza e collocando un’obbligazione non garantita. Perché? Semplice, i “Blancos” hanno tutto da guadagnare dall’assegnazione di una valutazione da parte delle agenzie. La società ha chiuso la stagione 2017/2018 con un fatturato superiore ai 750 milioni di euro e un utile netto di 31,2 milioni, pur a fronte di un Ebitda non esaltante, pari a 147,2 milioni. Tuttavia, la vera perla sta nell’assenza di debito. Il Real Madrid detiene una posizione netta positiva di 107 milioni e liquidità per 190,1 milioni, in crescita 12,1 milioni rispetto al termine della stagione precedente.
Trattasi di una condizione finanziaria molto differente dalla Juventus, che di debiti al 30 giugno scorso ne possedeva per 310 milioni e che non dovrebbe maturare utili fino al 2023, stando alle previsioni di Banca IMI. La scorsa stagione ha chiuso con una perdita di 19,2 milioni. Le basi finanziarie solidissime su cui poggiano i piedi i calciatori del Real consentono alla società di indebitarsi a costi nettamente inferiori a quelli, pur bassi, spuntati da Andrea Agnelli con il bond quinquennale di settimana scorsa al rendimento del 3,5%. Qui, saremmo dinnanzi a un bond di 25-30 anni più longevo e che renderebbe almeno 100 punti base in meno.
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