La banca centrale rumena ha alzato i tassi d’interesse ieri, portandoli dal 2,5% al 3%. L’istituto ha così reagito all’aumento dell’inflazione, che nel mese di febbraio è salita a 8,53%. Il paese dell’Europa dell’Est si ritrova a gestire l’esodo dei profughi ucraini in fuga dalla guerra. Con l’Ucraina condivide 650 km di frontiere e Bucarest ha già accolto oltre 600.000 persone. L’impatto dell’evento bellico sull’economia domestica già si fa sentire. La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo ha tagliato le stime di crescita del PIL al 2,8% per quest’anno.
Ed è inevitabile che l’arrivo di centinaia di migliaia di profughi graverà sui conti pubblici nazionali. Il debito pubblico era già salito a quasi il 50% del PIL nel 2021, mentre per il 2022 il deficit fissato dal governo era del 5,8%. Dati da rivedere verosimilmente in peggio. Si capisce perché i bond della Romania ne stiano risentendo negativamente, del resto seguendo un trend globale. Il trentennale in euro con scadenza 4 aprile 2029 e cedola 4,625% (ISIN: XS1968706876) ha perso il 14% da inizio anno, scendendo a una quotazione inferiore ai 98,40 centesimi di ieri. Il rendimento è così salito al 4,66% dal 3,57% di apertura dell’anno.
Bond Romania: spread con BTp su in euro, giù in dollari
Dunque, lo spread con il BTp 2049 si è ampliato nello stesso arco di tempo da 183 a 226 punti base. In parole parole, la Romania ci offre il 2,26% in più all’anno del bond italiano di pari durata. E a fronte di rating sostanzialmente simili: BBB- per S&P e Fitch, Baa3 per Moody’s. Con il terzo rialzo dei tassi consecutivo, la banca centrale rumena ha voluto anticipare le possibili mosse della BCE nei prossimi mesi, così da stabilizzare il tasso di cambio contro l’euro attorno a 5.
Anche il trentennale in dollari amplia le distanze dal Treasury.