Anche Meta rischia sanzioni dall’UE, si parla di multa miliardaria

Dopo Google, anche Meta finisce nel minino dell'Unione Europea. In arrivo sanzione per violazione della legge sulla concorrenza.
3 mesi fa
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Brutte notizie per Zuckerberg e company, anche Meta, azienda proprietaria dei social Facebook, Instagram e non solo, finisce nel mirino dell’Unione Europea. L’Antitrust vuole vederci chiaro e ci sono gli estremi per una pesante sanzione per violazione della legge sulla concorrenza. L’accusa, avanzata dalla commissaria alla concorrenza uscente Margrethe Vestager, riguarda l’integrazione troppo stretta tra Facebook e il suo Marketplace, una piattaforma che consente la compravendita di oggetti, anche di seconda mano. Il caso rappresenta l’ultima battaglia di Vestager contro i giganti tecnologici, dopo le sue vittorie contro Apple, Google e Microsoft.

Le accuse dell’Unione Europea contro Meta

Gli incassi di Zuckerberg sono da primato, e i social come Facebook continuano a dettare legge, ma ora rischia davvero grosso. Dopo la bastonata riservata a Google, ora l’UE mette Meta sotto la lente d’ingrandimento. Secondo le fonti riportate dal Financial Times, la società è accusata di sfruttare la sua posizione dominante nel mercato dei social media per favorire il proprio Marketplace, integrandolo direttamente con Facebook e limitando la concorrenza. Il Marketplace, che permette agli utenti di vendere e acquistare oggetti, si differenzia da altre piattaforme come eBay per la sua stretta connessione con il social network di Zuckerberg, creando così un vantaggio competitivo potenzialmente sleale.

Un altro punto chiave dell’accusa riguarda l’utilizzo dei dati degli utenti. Meta, infatti, raccoglie informazioni attraverso le sue diverse piattaforme (Facebook, Instagram e WhatsApp), che potrebbero essere usate per migliorare i suggerimenti di acquisto nel Marketplace. Questo comportamento solleva preoccupazioni sulla gestione dei dati personali, un tema delicato per l’Unione Europea, che negli ultimi anni ha adottato misure sempre più severe per tutelare la privacy dei cittadini.

Una multa che potrebbe superare i 100 miliardi di dollari

L’inchiesta contro Meta potrebbe concludersi con una multa colossale.

Le leggi antitrust dell’Unione Europea prevedono che, in caso di violazione delle norme sulla concorrenza, un’azienda possa essere sanzionata fino al 10% del proprio fatturato globale. Per Meta, che nel 2022 ha registrato un fatturato di circa 135 miliardi di dollari, ciò si tradurrebbe in una potenziale multa di oltre 13 miliardi di dollari. Tuttavia, fonti vicine alla vicenda ipotizzano che l’importo reale potrebbe essere inferiore, ma comunque significativo. Meta ha già respinto le accuse, definendole infondate, e ha ribadito che il suo Marketplace non ha infranto alcuna regola. Tuttavia, il precedente stabilito dalla sentenza contro Google, accusata di aver favorito i propri servizi di confronto prezzi, potrebbe rappresentare un punto critico per la difesa dell’azienda di Zuckerberg.

Se la causa contro Meta dovesse procedere, rappresenterebbe l’ultimo grande atto di Margrethe Vestager come commissaria alla concorrenza dell’Unione Europea. Nel corso del suo mandato, Vestager ha portato avanti una serie di azioni decise contro i giganti della tecnologia americana, affermando la posizione dell’Europa come regolatore chiave nel settore. Uno dei suoi successi più significativi è stato proprio contro Google, che nel 2017 è stata condannata a pagare una multa di 2,42 miliardi di euro per abuso di posizione dominante. Il gigante della ricerca è stato accusato di promuovere il proprio servizio di confronto prezzi, danneggiando i concorrenti. Questo verdetto ha creato un precedente legale che ora minaccia anche Meta.

Vestager ha anche messo nel mirino Apple, ottenendo una vittoria importante nel 2020 quando l’azienda di Cupertino è stata costretta a restituire 13 miliardi di euro all’Irlanda per vantaggi fiscali considerati illegali. Questi successi le hanno conferito un ruolo di primo piano nel panorama regolamentare globale, guadagnandole la reputazione di “nemica” dei giganti tecnologici. Il suo mandato termina a novembre 2024, e la responsabilità di proseguire la lotta contro Meta e altri colossi tecnologici passerà alla sua successora, Teresa Ribeira, la futura prima vicepresidente della Commissione Europea e nuova commissaria alla concorrenza.

Meta e la sfida del controllo sui dati

Uno degli aspetti più controversi nella vicenda che riguarda Meta è il suo utilizzo dei dati degli utenti. Da anni, l’azienda di Zuckerberg si trova sotto scrutinio per la gestione delle informazioni personali, soprattutto dopo lo scandalo di Cambridge Analytica. La questione dei dati è particolarmente sensibile in Europa, dove il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) impone norme rigorose sulla raccolta e l’utilizzo delle informazioni personali.

L’uso dei dati raccolti su Facebook per influenzare le attività del Marketplace potrebbe essere considerato un abuso di posizione dominante. Gli utenti, spesso inconsapevoli della portata della raccolta dati, potrebbero trovarsi di fronte a scelte di acquisto manipolate dall’algoritmo di Meta, che sfrutta le informazioni provenienti dalle altre piattaforme per suggerire prodotti. Questo comportamento solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’equità del mercato, alimentando ulteriormente il dibattito su come i giganti tecnologici gestiscano il potere derivante dal possesso di enormi quantità di dati.

La battaglia legale contro Meta potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’azienda in Europa. Se l’Unione Europea dovesse riuscire a dimostrare che Meta ha violato le norme antitrust, le conseguenze potrebbero essere enormi, sia in termini economici che reputazionali. Una multa miliardaria danneggerebbe non solo le finanze dell’azienda, ma indebolirebbe anche la sua posizione competitiva in un mercato già altamente regolamentato come quello europeo. Inoltre, un’eventuale sconfitta legale potrebbe portare a nuove restrizioni per Meta, limitando ulteriormente la sua capacità di integrare i servizi e di utilizzare i dati degli utenti a proprio vantaggio. Questo scenario potrebbe aprire la strada a nuovi competitor, creando un panorama più equilibrato e competitivo nel settore dei social media e delle piattaforme di e-commerce.

Riassumendo…

  • c’è l’accusa di abuso di posizione dominante legata all’integrazione tra Facebook e il Marketplace;
  • per l’UE ora Meta rischia sanzione da 100 miliardi dollari;
  • se la causa andrà avanti potrebbe rappresentare uno spartiacque decisivo per le normative antitrust nel settore tecnologico europeo.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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