Anche per i militari verrà introdotto un bonus per rimandare la pensione? Come canta Vasco Rossi con il brano (Per quello che ho da fare) faccio il militare. “Per quello che ho da fare faccio il militare. E non mandarmi nemmeno dei soldi, che qui non serve nemmeno averli, tanto è uguale“.
Le forze dell’ordine ricoprono un ruolo importante all’interno di ogni Paese. Sono loro, infatti, che si occupano di controllare e garantire l’ordine pubblico e il rispetto della legge.
Un lavoro indubbiamente importante e allo stesso tempo faticoso, che finisce inevitabilmente per prosciugare le energie dei lavoratori interessati. Proprio per quest’ultimi potrebbero giungere importanti novità sul fronte pensioni. In particolare il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico rischia di dover rimandare l’uscita dal mondo del lavoro. Ecco cosa aspettarsi.
Requisiti pensionistici per il personale comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico
Come ricordato sul sito dell’Inps, il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico può accedere alla pensione di vecchiaia a patto di aver raggiunto l’età anagrafica massima prescritta dai singoli ordinamenti. Quest’ultima differisce in base alla funzione della qualifica o grado. Ma non solo deve essere rispettato anche il requisito contributivo pari ad almeno 20 anni. In particolare i destinatari del sistema contributivo hanno diritto al trattamento pensionistico:
“al compimento del 57° anno di età a condizione che risultino versati almeno 5 anni di contribuzione effettiva e che l’importo della pensione, fino ai 65 anni, risulti non inferiore a 1,2 volte l’importo dell’assegno sociale fatto salvo l’adeguamento dei predetti requisiti agli incrementi della speranza di vita a decorrere dal 2013”.
Sempre sul sito dell’Inps viene ricordato che il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico può accedere alla pensione di anzianità a patto di rispettare i seguenti requisiti:
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“41 anni da adeguare agli incrementi della speranza di vita a decorrere dal 1° gennaio 2025;
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anzianità contributiva non inferiore a 35 anni e con un’età di almeno 58 anni da adeguare agli incrementi della speranza di vita a decorrere dal 1° gennaio 2025;
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raggiungimento della massima anzianità contributiva corrispondente all’aliquota dell’ottanta per cento, a condizione che essa sia stata raggiunta entro il 31 dicembre 2011 (attesa l’introduzione del contributivo pro rata dal 1° gennaio 2012) e in presenza di un’età anagrafica di almeno 54 anni da adeguare agli incrementi della speranza di vita a decorrere dal 1° gennaio 2025″.
Se un lavoratore accede alla pensione con 40 anni di contributi, a prescindere dal requisito anagrafico, il trattamento decorre una volta trascorsi 15 mesi dalla maturazione del requisito in questione.
Anche per i militari bonus per chi rimanda la pensione?
Proprio le pensioni sono al centro dell’attenzione del governo che è al lavoro per mettere in atto la tanto attesa riforma grazie alla quale si intende dire addio alla legge Fornero. Davvero tante le ipotesi in ballo, come ad esempio la possibile introduzione di Quota 41 light. Ma non solo, l’esecutivo starebbe pensando a degli incentivi volti a favorire il posticipo del pensionamento.
Si tratterebbe di nuove misure volte a premiare i lavoratori che continuano a svolgere l’attività lavorativa pur avendo maturato i requisiti per accedere al trattamento pensionistico. In questo modo si intende evitare possibili fughe in alcuni settori considerati strategici, come ad esempio quello militare. Al momento, è bene sottolineare, sono mere ipotesi. Si attendono comunicazioni ufficiali da parte del governo per vedere se deciderà o meno di introdurre un bonus per i militari che rimandano la pensione.