A volte per una pensione possono mancare alcuni anni di contributi. E senza completare la carriera idonea ad una misura pensionistica la pensione non viene erogata dall’INPS. Domanda respinta quindi da parte dell’Istituto previdenziale. Ma le soluzioni offerte dal sistema per riempire una carriera non mancano. Ci sono soluzioni che consentono ad un lavoratore di andare in pensione anticipata aggiungendo contributi e spendendo poco.
“Gentile redazione, mi chiamo Andrea e sono in procinto di iniziare le pratiche per la mia pensione.
Che cos’è il riscatto della laurea per la pensione
Gli anni dedicati allo studio universitario possono tornare utili come contribuzione per le pensioni. L’INPS ha uno strumento che si chiama riscatto della laurea, ed è proprio la via che possono usare quanti si trovano con evidenti carenze dal punto di vista contributivo. Mancanza di contributi che possono determinare la fuoriuscita di un lavoratore da qualsiasi misura pensionistica vigente. E con il riscatto a volte si può ovviare a questa carenza, trasformando dietro pagamento di un corrispettivo, i periodi di studio in periodi di contribuzione. Oltre che per maturare la giusta contribuzione previdenziale per il diritto alla pensione, il riscatto può essere utile anche per accrescere l’importo della prestazione. Infatti il riscatto è utile sia al diritto che alla misura di una pensione, nel senso che una volta trasformati i periodi di studio possono essere buoni anche per aumentare l’importo della pensione e non solo per arrivare alla soglia contributiva utile ad una pensione, magari anticipata.
Andare in pensione anticipata aggiungendo contributi e spendendo poco
Come anticipato, chi vuole riscattare i contributi dovrà per forza di cose spendere dei soldi, perché la trasformazione di questi periodi è onerosa. Ma ci sono metodi adatti a spendere poco. In primo luogo perché il cosiddetto onere di riscatto, cioè il corrispettivo da pagare all’INPS è detraibile nelle dichiarazioni dei redditi. Praticamente, si scarica dalle tasse quanto pagato e si riducono le imposte da versare recuperando parte di quanto speso. In secondo luogo perché anche l’onere da riscatto è una spesa che si può tranquillamente rateizzare e fino a 120 rate.
Pensione anticipata: i periodi riscattabili per uscire dal mondo del lavoro
Naturalmente possono arrivare a poter riscattare questi periodi di studio quanti li hanno completati arrivando alla fine. Infatti chi ha studiato e poi abbandonato gli studi non è autorizzato a chiedere il riscatto. Non bisogna però aver raggiunto per forza di cose la laurea. Infatti possono avere diritto al riscatto anche coloro che hanno completato il percorso per il diploma universitario, oppure quanti hanno completato i corsi universitari di durata superiore a 3 anni. Dentro anche quanti hanno ottenuto i diplomi di specializzazione post laurea o chi ha terminato il percorso deo dottorati di ricerca o anche chi ha preso il diploma AFAM (Istituti di alta formazione artistica e musicale).
Quanti anni si possono riscattare
Se l’interesse di un lavoratore è arrivare a raggiungere la soglia del requisito contributivo utile ad una misura pensionistica e non incrementare l’importo della prestazione, si può riscattare solo il giusto. Per spendere meno, se manca un anno di contribuzione, anche se la durata del percorso di studio è stata di 5 anni, si può scegliere il riscatto di quel solo anno che serve.
Il calcolo del riscatto della laurea per le pensioni
Il costo del riscatto varia da soggetto a soggetto e varia soprattutto in base alla collocazione temporale del periodo di studio. Se tale periodo ricade in epoca retributiva, e cioè entro il 31 dicembre 1995, troverà applicazione il metodo della riserva matematica. Quantificare il corrispettivo da pagare è difficile visto che sul conteggio incidono:
- Età del diretto interessato;
- Il suo genere;
- La lunghezza del periodo da riscattare;
- L’anzianità contributiva;
- Lo stipendio degli ultimi anni di carriera.
Per gli anni dedicati alla laurea, successivi al 31 dicembre 1995 invece, essendo periodi ricadenti nel sistema contributivo si applicano le aliquote contributive vigenti (il 33% quella del FPLD per esempio). Tale aliquota va moltiplicata per lo stipendio dell’ultimo anno lavorativo prima della domanda di riscatto e poi moltiplicata ancora per gli anni da riscattare.