Andare in pensione anticipata, per uomini e donne c’è questa disuguaglianza di genere

Andare in pensione anticipata per uomini e donne è sempre possibile. Nel rispetto dei requisiti richiesti. Ma per quel che riguarda il requisito anagrafico c'è questa disuguaglianza di genere. Vediamo quale ed anche se ci sono delle scappatoie.
3 anni fa
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pensione 64 anni
Foto © Pixabay

Andare in pensione anticipata per uomini e donne è sempre possibile. Nel rispetto dei requisiti richiesti. Ma per quel che riguarda il requisito anagrafico c’è questa disuguaglianza di genere. Ovverosia, quella che agevola rispetto agli uomini le lavoratrici che vogliono ritirarsi dal lavoro. Anche parecchi anni prima dei 67 anni. Quelli che sono necessari per la pensione INPS di vecchiaia.

Nel dettaglio, andare in pensione anticipata per le donne significa puntare all’uscita dal lavoro con 35 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.

E con un requisito anagrafico ben più basso non solo rispetto ai 67 anni della pensione INPS di vecchiaia. Ma anche rispetto ai 64 anni che sono richiesti per la Quota 102. E questo grazie, in particolare, ad Opzione Donna.

Andare in pensione anticipata, per uomini e donne c’è questa disuguaglianza di genere

Invece, per gli uomini andare in pensione anticipata, con una misura simile ad Opzione Donna, non è possibile. Al più il lavoratore può puntare all’uscita anticipata sotto i 60 anni se rispetta i requisiti di accesso per la Quota 41 precoci. Così come è riportato in questo articolo.

Oppure, per andare in pensione anticipata, il lavoratore oltre a puntare sulla Quota 102 può accedere, se in possesso dei requisiti, all’Ape Sociale. Per la quale il requisito anagrafico si attesta a 63 anni di età. Quindi, giusto un anno in meno rispetto alla Quota 102.

Per uomini e donne c’è questa disuguaglianza di genere sul ritiro dal lavoro

Non a caso in passato, per andare in pensione anticipata, per uomini e donne, erano circolati i rumors di una possibile estensione di Opzione Donna anche ai lavoratori. In pratica, se così fosse, si passerebbe dall’Opzione Donna all’Opzione Tutti. Ma una misura del genere non sembra essere all’ordine del giorno. Nel confronto tra il Governo italiano ed i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil. Proprio in vista della riforma strutturale delle pensioni a partire dal 2023.

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