Anticipare la pensione a 62 anni non è impossibile: ecco come e per chi

Perché andare in pensione a 62 anni non costerebbe troppo allo Stato. Le previsioni dei sindacati e le osservazioni degli esperti di previdenza.
2 anni fa
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Può sembrare strano ma oggi con opzione donna possono andare in pensione con 35 anni di contributi e nettamente prima molte più lavoratrici di quanto invece si creda.
Foto © Licenza Creative Commons

Andare in pensione a 62 non è utopistico. Anzi sarebbe giusto considerando che la speranza di vita degli italiani non cresce più, anche a causa della pandemia. Inoltre, oggi come oggi, si campa più a lungo rispetto al passato, ma si gode la pensione per meno tempo.

La vita media degli italiani è di 82,8 anni, la più lunga in Europa insieme a quella degli spagnoli. Ma andando in pensione a 67 anni, ci si gode la tanto agognata rendita in media per soli 15,8 anni.

In pensione a 62 anni si può

Secondo in segretario confederale CGIL Christian Ferrari, la pensione con 41 anni di contributi (Quota 41) per tutti a prescindere dall’età e una flessibilità a partire da 62 anni sono misure possibili. Bisognerebbe, però, che il governo tornasse a discuterne con le parti sociali. Oggi, fa notare Ferrari

siamo in un contesto totalmente diverso dal passato: il bacino dei soggetti in regime retributivo va rapidamente esaurendosi, e almeno 2/3 delle posizioni sono già oggi calcolate con il sistema puramente contributivo.

Questo significa che i costi per sostenere la riforma pensioni sono in via di diminuzione. E poi non tutti andranno in pensione in anticipo col sistema di calcolo interamente contributivo che penalizza l’assegno.

Lo si è visto con l’esperimento di Quota 100 e, ancor di più, con Quota 102. I coefficienti di trasformazione del montante contributivo sono tanto più bassi quanto prima si decide di andare in pensione. C’è quindi una valutazione di convenienza alla base di tutto.

Abbassare l’età per un sistema più giusto

Secondo Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, la pensione dovrebbe durare circa 20-25 anni per costituire una rendita ottimale. Tralasciando gli errori del passato che vedono lo Stato pagare ancora baby pensioni da oltre 40 anni, oggi è opportuno fare doverose riflessioni.

Un welfare perché funzioni bene non deve né guadagnare né perdere con la previdenza.

In questo momento, però, con il pensionamento tarato a 67 anni di età, lo Stato ci guadagna, mentre i lavoratori ci perdono. Non solo dal punto di vista economico.

Tenere al lavoro over 60 è controproducente nella maggior parte dei casi. Ne va della produttività e dello “sfruttamento” della forza lavoro a scapito dell’occupazione giovanile. Quello che serve, quindi, è introdurre un sistema di pensioni anticipate, anche con penalizzazione, per svecchiare la forza lavoro, soprattutto nella pubblica amministrazione.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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