Anziani non autosufficienti arrivati ad una certa età, con invalidità al 100% o con indennità di accompagnamento e con un ISEE entro determinate soglie. Sono questi i soggetti a cui adesso lo Stato Italiano destina una misura che vale 850 euro al mese. Si chiama indennità di assistenza e viene chiamata anche prestazione universale. Una vera e propria rivoluzione nell’ambito delle misure di sostegno alle fragilità e ai soggetti vulnerabili come gli anziani soprattutto se invalidi sono. La misura è già attiva e sul portale dell’INPS ci sono tutte le istruzioni. Ma come funziona e di cosa si tratta per davvero?
“Buonasera, volevo chiedervi se potete spiegarmi in parole più semplici di quelle che usa l’INPS sul suo sito, la nuova indennità per gli anziani da 850 euro al mese. Si tratta di una misura che sto provando a studiare per verificare se mia madre che effettivamente è invalida ed ha 85 anni, può sfruttare. Mi spiegate bene come funziona tutto?”
Anziani, ecco la prestazione universale da chiedere all’INPS, requisiti, cifre e regole
In effetti dal primo gennaio è in vigore una misura molto importante che punta ad essere un punto di riferimento per il sostentamento di persone che effettivamente può sembrare riduttivo chiamare fragili.
La misura si rivolge ad anziani con almeno 80 anni compiuti. Che hanno una invalidità al 100% con totale e permanente incapacità lavorativa. Oppure che hanno l’indennità di accompagnamento oltre alla loro pensione. Ed è proprio insieme all’indennità si accompagnamento che verrà concessa questa indennità di assistenza. Due misure collegate, che daranno luogo alla cosiddetta prestazione universale.
Oltre all’età e alla condizione di invalidità ci vuole un ISEE in corso di validità non superiore a 6.000 euro.
Come prendere 850 euro di prestazione universale nel 2025
La prestazione universale si comporrà di due misure in una. Da un lato l’accompagnamento, con i soliti importi ed il solito meccanismo di una prestazione senza tassazione, non pignorabile e indipendente da qualsiasi vincolo reddituale o simile.
Dall’altro invece, una misura, cioè l’indennità di assistenza, che al contrario dell’indennità di accompagnamento non può essere percepita in contanti. Gli 850 euro al mese saranno sotto forma di voucher, con soldi da spendere per i servizi di assistenza di persone non autosufficienti erogati da imprese specializzate o da vere e proprie badanti. Due misure in una, ma separate. Così se per caso venisse meno il diritto al nuovo assegno di assistenza, il beneficiario continuerebbe a percepire normalmente l’indennità di accompagnamento.
Le spiegazioni dell’INPS dell’assegno di assistenza
Ricapitolando, questo assegno è la grande novità del momento, che non va confuso con il vero assegno di assistenza che riguarda l’invalidità compresa tra il 74% e il 99% per chi ha un’età compresa tra i 18 e i 67 anni. Questo è un benefit esclusivo in aggiunta all’indennità di accompagnamento.
Anche per questi 850 euro al mese in più si parla di prestazione esente da imposizione fiscale e non soggetta a pignoramento. La decorrenza del trattamento parte dal primo giorno del mese in cui gli interessati presentano la domanda. Come detto si parla di prestazione universale poiché è collegata anche alla stessa indennità di accompagnamento. Come spiega bene l’INPS sul suo sito, la prestazione universale è composta dalla quota fissa e monetaria che è l’accompagnamento ed una integrativa sotto forma di voucher che è l’assegno di assistenza.
Il diritto alla prestazione va confermato con il mantenimento dei requisiti prima descritti. Evidente che se viene meno l’indennità di accompagnamento viene meno anche l’indennità aggiuntiva. Come può venire meno se l’ISEE del nucleo familiare non è più entro i 6.000 euro di soglia. Inoltre, nel caso in cui dopo l’erogazione gli interessati non spendano i soldi dei voucher perché non hanno servizi da pagare tra quelli prima descritti, l’indennità aggiuntiva decade. E resta in vigore e fruibile solo l’assegno di accompagnamento.