Ape Social e assegno pensione a confronto: a parità di importo chi prende di più? I primi calcoli sulle due prestazioni sembrerebbero confermare la convenienza al netto della prima. Ecco perché.
Ape Social: leva fiscale e bonus Renzi fanno lievitare l’assegno
Partendo da uno stesso importo, infatti, all’indennità Ape Social si applicano leva fiscale e bonus Renzi 80 euro. Ricordiamo che, a differenza delle altre prestazioni pensionistiche, l’Ape Social è caratterizzata da un reddito ponte erogato a partire dai 63 anni e fino al raggiungimento dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia (ad oggi 66 anni e 7 mesi salvo imminenti aggiornamenti del requisiti anagrafico in base alla speranza di vita Istat).
Ape Social non è pensione: ecco cosa significa e quali effetti sull’importo
Come si calcola l’Ape Social? L’importo corrisponde a quello dell’assegno mensile della pensione certificata dall’Inps al momento della domanda (non oltre 1500 euro mensili lordi però, quindi eventuali quote eccedenti non vengono erogate anche se astrattamente spettanti salvo la possibilità a breve di finanziarla tramite Ape volontario). La rata non viene rivalutata a cadenza annuale e viene erogata per 12 mensilità l’anno e non per 13 come per la pensione. Non essendo una pensione, l’Ape Social, inoltre, non prevede la 14esima a luglio né l’integrazione al trattamento minimo o l’attribuzione di quote di famiglia.
Calcolo Ape Social: bonus Renzi e leva fiscale la rendono più conveniente
Questa premessa lascerebbe pensare che al netto si prende meno ma non è così perché tali effetti sono compensati da una tassazione più bassa. Dal punto di vista fiscale, infatti, non essendo una pensione ma un’indennità, l’Ape Social è trattata alla stregua di un reddito da lavoro dipendente: questo significa che dà diritto al bonus Renzi di 80 euro al mese. Ecco, dunque, che la leva fiscale rende a conti fatti l’Ape Social più alta della pensione in molti casi.