Anche chi è rimasto senza lavoro può andare in pensione anticipata. O meglio, può accedere all’anticipo pensionistico previsto da Ape Sociale. La legge di bilancio 2024 ha infatti prorogato il beneficio a favore delle persone fragili o in particolari condizioni di disagio. Come appunto coloro che hanno perso il lavoro e sono disoccupati, iscritti al Centro per l’Impiego.
Come noto, Ape Sociale non è una vera e propria pensione, ma uno scivolo verso la pensione di vecchiaia (oggi a 67 anni). Una forma di sostegno al reddito una volta raggiunta una certa età.
Ape Sociale 2024 per disoccupati, cambiano i requisiti
Coloro che si trovano in stato di disoccupazione possono quindi accedere ad Ape Sociale a patto che il rapporto di lavoro sia terminato per licenziamento o a causa di dimissioni per giusta causa. Vale anche la risoluzione consensuale a seguito di accordi specifici col datore di lavoro in base alla normativa vigente. Le dimissioni sono escluse.
Il lavoratore che termina il rapporto di lavoro involontariamente, quindi, può accedere ad Ape Sociale. Anche al termine di un contratto di lavoro a tempo determinato. Ma solo se nei precedenti 3 anni ha lavorato come dipendente per almeno 18 mesi. La misura spetta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, nonché alla Gestione separata.
Requisito indispensabile per poter presentare domanda di Ape Sociale è quello di possedere almeno 63 anni e 5 mesi di età, oltre a 30 anni di contributi (per le donne è previsto uno sconto fino a 2 anni in presenza di figli) al momento della richiesta al Inps.
Importo e durata dell’anticipo pensionistico
Per andare in pensione prima nel 2024, si può quindi ricorrere ad Ape Sociale se una persona ha perso il lavoro. L’indennità, una volta riconosciuta dall’Inps, decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Essa è calcolata sulla base della contribuzione versata fino a quel momento e dell’anzianità del richiedente. In pratica è come se fosse liquidata la pensione, anche se trattasi di prestazione diversa e di natura temporanea.
L’Ape Sociale è quindi pagata mensilmente, ma senza tredicesima, e ha un tetto massimo di 1.500 euro lordi mensili. Qualora il richiedente avesse diritto a un importo maggiore in base ai calcoli, dovrà attendere la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia prima di ottenere quanto dovuto.
L’importo non è soggetto a perequazione automatica, né integrabile al trattamento minimo, qualora ne ricorressero i presupposti. Nemmeno sono riconosciuti contributi figurativi pensionistici durante il periodo di godimento dell’indennità. Ape Sociale è compatibile con la percezione da lavoro dipendente o parasubordinato nel limite di 8.000 euro annui e dei derivanti da attività di lavoro autonomo nel limite di 4.800 euro annui.
Riassumendo…
- Ape Sociale per disoccupati, il requisito anagrafico sale di 5 mesi rispetto allo scorso anno.
- Necessario essere disoccupati a seguito di licenziamento o perdita involontaria del lavoro.
- La misura è temporanea e corrisposta fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.