Ape sociale, quanto spetta: come calcolare l’importo netto mensile

L'Ape Sociale dovrebbe essere mantenuto integralmente anche nel 2024. Ecco come viene calcolato l'importo in base alla contribuzione.
1 anno fa
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Ape Sociale proroga
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Nel quadro della riforma pensionistica, al momento, trovano posto unicamente conferme. Oltre ad alcune ipotesi relative a meccanismi provvisori, che consentano quantomeno di accompagnare i contribuenti al 2024 senza grossi scossoni sul piano contributivo/anagrafico.

Tra le misure che, quasi certamente, riceveranno una nuova proroga figura il sistema pensionistico anticipato destinato a chi svolge lavori gravosi o usuranti. Si tratta dell’Ape Sociale, confermato nel 2023 e, secondo le indicazioni filtrate fin qui dai tavoli di discussione sulla riforma del quadro pensioni, pronto a restare a disposizione dei lavoratori anche il prossimo anno.

Magari con qualche ritocco, utile a estendere la platea dei beneficiari.

Le impostazioni generali resteranno sostanzialmente le stesse, secondo quanto previsto dalla legge numero 232/2016 in merito all’anticipo pensionistico. L’accesso sarà quindi garantito a determinate categorie sotto tutela, con requisito anagrafico di 63 anni fino alla maturazione di quello necessario per la pensione ordinaria.

Le tempistiche di oggi

Al momento, lo scivolo pensionistico garantito dall’Ape Sociale è pari a 4 anni. In ogni caso, l’anticipo sarà concesso fino al sopraggiungimento dell’età anagrafica necessaria alla pensione di vecchiaia. Per quel che riguarda le categorie di lavoratori che ne hanno accesso, restano valide quelle stabilite dalla legge, peraltro potenziate dall’ultima revisione del diritto di richiesta del trattamento. Permane, inoltre, l’argine alla contribuzione figurativa, la quale non sarà riconosciuta nel momento in cui il pensionando percepisce l’Ape Sociale. Concessa, invece, una contribuzione volontaria al fine di incrementare l’importo della pensione di vecchiaia.

Ape Sociale, tra conferme e novità: chi ne ha diritto e come si calcola

L’Ape Sociale, secondo quanto stabilito dalla legge, spetta quindi esclusivamente a determinate categorie di lavoratori. Non solo a coloro che svolgono, in regime subordinato, delle mansioni gravose da un periodo minimo di 6 anni negli ultimi 7 precedenti alla pensione (o per 7 anni nell’ultimo decennio di vita), con requisito anagrafico di 63 anni e contributivo di 36.

Tra gli altri aventi diritto figurano, ad esempio, i caregiver con il medesimo limite anagrafico e una contribuzione di trent’anni, con assistenza prestata da almeno 6 mesi al momento della richiesta. Non solo. L’Ape Sociale spetta infatti:

  • agli invalidi, con percentuale di riduzione della capacità lavorativa del 74% (o superiore) e con 30 anni di versamenti (63 anni il requisito anagrafico);
  • gli edili, ceramisti, conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta, con il medesimo requisito anagrafico e 32 anni di contribuzione;
  • ai disoccupati con 63 anni di età e almeno 30 di contribuzione versata.

La “metamorfosi”

Al termine dello scivolo pensionistico dei 4 anni, l’Ape Sociale diventerà automaticamente pensione di vecchiaia, con trattamento pari all’importo maturato al momento dell’accesso all’anticipo, comunque non superiore ai 1.500 euro lordi al mese.

Questo rende il calcolo piuttosto intuitivo, proporzionato alla tipologia lavorativa alla quale il trattamento è collegato. Restano quindi i vantaggi previsti, tra i quali la migliore tassazione e la percezione di un importo in forma piena. Inoltre, contrariamente a quanto avviene per Opzione Donna, l’assegno non sarà ricalcolato con il sistema contributivo. Va però ricordato che, rispetto a quanto previsto per la pensione ordinaria, l’Ape Sociale sarà percepito unicamente per dodici mensilità.

Nel caso in cui il titolare fosse un lavoratore con i requisiti anagrafici e contributivi in regola ma con versamenti antecedenti all’1 gennaio 1996, l’importo sarà calcolato con il sistema misto secondo la logica delle due quote, la prima delle quali con sistema retributivo. L’aliquota applicata sarà del 2% moltiplicata per la contribuzione versata entro il 31 dicembre 1995. Lo stesso principio vale per tutte le categorie, chiaramente in proporzione tra gli anni di contribuzione e il periodo nel quale sono stati versati.

Riassumendo

  • Il primo restyling pensionistico dovrebbe prevedere il mantenimento dell’Ape Sociale, per le medesime categorie fin qui previste;
  • per chi ha versato contributi prima dell’1 gennaio 1996, il calcolo dell’importo avverrà su due quote, la prima delle quali con sistema di calcolo retributivo.
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