Mi chiamo Maria, sono una nonna, sono un’anziana, sono stanca e voglio andare in pensione! Facendo il verso alla famosa performance della nuova Primo Ministro del nostro Paese, qualche voce si è sollevata a protestare contro la ventilata cancellazione delle misure pensionistiche riservate al gentil sesso per l’anno 2023. Ma sembra non essere esattamente così.
Opzione Donna e Ape Sociale, infatti, sembrano andare verso la proroga in assenza di riforma pensioni. A poche settimane dall’approvazione della legge di bilancio 2023, si diradano le nubi sulle intenzioni del governo Meloni in fatto di pensioni anticipate.
La fine di Quota 102 partorirà probabilmente Quota 103. Altro gradino intermedio riservato a poche migliaia di lavoratori per evitare lo scalone con le regole Fornero dal 2023. Ma Opzione Donna e Ape Sociale dovrebbero proseguire ancora per 12 mesi. Dal prossimo anno, poi, si aprirà un vero e proprio cantiere per riformare l’assetto previdenziale italiano.
Le deroghe per andare in pensione anticipata nel 2023
A fianco di Quota 103 che prevede l’accesso alla pensione anticipata con 41 anni di contributi e almeno 62 di età, ci sarà molto probabilmente la proroga di Ape Sociale e Opzione Donna. Il tutto per non scombussolare gli assetti previdenziali già tracciati dal precedente governo Draghi.
Non è detto, però, che la proroga avverrà senza qualche piccolo ritocco sui requisiti, anche perché da Bruxelles non hanno mai ben gradito le deroghe pensionistiche italiane. Anche se il mantenimento di queste forme di pensione anticipate è stato sempre possibile grazie a riduzioni e rinunce. A partire da Quota 100.
Così anche per il 2023 potrebbe accadere la stessa cosa: fine di Quota 102 (senza rinnovo) in cambio della proroga di Ape Sociale e Opzione Donna. Misure che, in ogni caso, pesano poco sul bilancio dello Stato trattandosi di pensioni concesse a fronte di una penalizzazione dell’importo dell’assegno.
Ape Sociale e Opzione Donna
Tuttavia, se per Opzione Donna (in pensione a 58-59 anni) le cose dovrebbero restare così come sono per un altro anno, per Ape Sociale potrebbero esserci delle novità.
Ricordiamo che Ape Sociale è stata ampliata lo scorso anno con l’estensione del diritto a più lavori gravosi. In base alla lista elaborata dalla commissione governativa vi sarebbe ancora molto spazio per includere alcune tipologie di lavori usuranti e gravosi. Quindi meritevoli di maggior tutela previdenziale.
Molti mestieri, benché ritenuti gravosi, infatti, non sono ancora stati inclusi fra i meritevoli di Ape Sociale. Come ad esempio quello degli infermieri o degli insegnati di scuole secondarie, oltre a cuochi, baristi, ecc. Tutte mansioni soggette a maggiore usura rispetto ad altre.
Potrebbero quindi rientrarvi nel 2023. Anche se le speranze che ciò avvenga sono basse per via dell’aumento delle spese previdenziali. L’Inps, nel suo Rapporto annuale, ha già messo in guardia il Parlamento a non commettere errori. Con una spesa pensionistica lievitata a quota 312 miliardi nel 2021, le riforme costituiscono un ostacolo difficile da superare.