Mia moglie compirà 60 anni fra qualche mese, esattamente l’8 agosto del c.a.
Ha iniziato la sua attività lavorativa il giorno 1 ottobre 1977, lavorando per brevi periodi, però in maniera discontinua, sempre come lavoratrice dipendente fino all’11 aprile 2015.
Successivamente, ha aderito alla prosecuzione volontaria, perché autorizzata dall’INPS, con il versamento dei contributi volontari.
Ha, poi, interrotto il pagamento dei medesimi, qualche tempo fa, quando si è resa conto di essere arrivata ad un totale di 1046 settimane corrispondente a circa 20 anni di contribuzione.
Quando potrà andare in pensione?
Ritiene che potrà aderire al cosiddetto Ape Sociale oppure all’altro modello di Ape, quello “finanziato”?
Voglia, cortesemente, rispondere alle nostre domande, onde fare chiarezza: siamo molto disorientati.
Deve aspettare i 63 anni per la cosiddetta pensione anticipata od attendere i fatidici 67 anni per la pensione di vecchiaia?
Cogliamo tale opportunità per porgerVi, per porgerLe cordiali saluti.
Partendo dal presupposto che in ogni caso sua moglie non avrebbe potuto accedere all’Ape sociale che richiede almeno 30 anni di contributi unitamente a 63 anni di età, non potrà accedere neanche all’Ape volontario poiché entrambe le misure Ape sono in scadenza il prossimo 31 dicembre 2019. A meno che, quindi, non vi sia una qualche proroga all’ape volontario nella prossima legge di stabilità per almeno 3 anni che permetta a sua moglie di potervi accedere al compimento dei 63 anni, quindi, la misura le è preclusa poiché finirà al termine del 2019.
L’alternativa, come lei stesso fa notare, resta la pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni di età, a meno che non venga varata qualche altra misura, nel frattempo, che permetta un pensionamento anticipato che richieda soltanto 20 anni di contributi per l’accesso (al momento a permetterlo era soltanto l’ape volontario).