Apparecchi in standby: ecco le nuove norme Ue per risparmiare e ridurre i consumi

I produttori avranno due anni di tempo dall'entrata in vigore delle nuove regole per adattarsi a queste ultime. Ecco le novità per risparmiare e ridurre i consumi degli apparecchi in standby.
2 anni fa
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Apparecchi in standby: nuove regole Ue.

Giovanni Soldini diceva “l’energia è il problema cruciale del mondo. È tutto. I popoli ricchi sono quelli che hanno energia. L’unica strada è consumare il meno possibile”. Anche l’Unione Europea è di quest’avviso e proprio per questo ha adottato nuove norme per ridurre il consumo energetico degli apparecchi in standby.

Più energia si produce, più sono alte le emissioni di Co2. Per proteggere il nostro bel pianeta, che sta andando sempre più alla deriva per colpa dell’uomo, è quindi urgente che vi sia una transazione energetica e che si utilizzino le energie rinnovabili.

Inoltre è necessario che vi sia un uso più razionale dell’energia.

I benefici che ne scaturirebbero, però, non sarebbero solo ambientali ma anche economici e sociali. In primo luogo perché consumare meno energia significa spendere di meno e in secondo luogo perché interventi in efficienza consentirebbero di creare occupazione qualificata e distribuita sul territorio, come suggerisce il WWF.

Quali sono allora le nuove regole Ue per risparmiare e ridurre i consumi?

Le nuove norme

Per ridurre il consumo energetico degli elettrodomestici o dispositivi in standby come lavatrici, televisori e console portatili per videogiochi, la Commissione Ue ha introdotto delle modifiche al regolamento sulla progettazione compatibile del 2008.

Esse tengono conto degli ultimi sviluppi tecnologici e includono, ad esempio, prodotti con alimentazione esterna a bassa tensione. Più nel dettaglio, entro due anni, i prodotti sul mercato, se sprovvisti di schermo che fornisce informazioni sullo standby, dovranno consumare massimo 0,50 W quando sono pronti per la riattivazione. Nel caso di prodotti dotati di schermo con informazioni, il consumo massimo sarà di 0,80 W che salirà a 1 Watt eccezionalmente per le asciugatrici.

Con la riduzione degli apparecchi in standby secondo le stime della Commissione ci sarà un risparmio energetico annuo di 4 TWh entro il 2030. In questo modo si risparmieranno 1,36 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente ogni anno.

Il beneficio interesserà quindi non solo l’ambiente ma anche i consumatori che vedranno le loro bollette più basse. Il risparmio stimato è di 530 milioni di euro l’anno entro il 2030.

Il regolamento, comunque, sarà nel “prossimo futuro” pubblicato in Gazzetta Ufficiale e dopo venti giorni entrerà in vigore e a quel punto i produttori avranno due anni di tempo per adeguarsi.

Intanto cosa fare?

Tenere gli apparecchi in standby ha un costo che può arrivare al 10% circa della bolletta elettrica. Un dato considerevole nell’arco dell’anno. Facciamo un esempio: il consumo medio di una famiglia di quattro persone è di 2700 kWh e lo standby potrebbe essere il responsabile di un consumo elettrico di 270 kWh l’anno. Se ipotizziamo che il costo dell’elettricità è di 50 centesimi al kilowattora, la spesa per lo standby degli apparecchi sarebbe quindi di circa 135 euro l’anno per la famiglia su indicata.

La soluzione di questo problema, al momento, potrebbe essere quella di munirsi di una ciabatta multi presa interruttore in modo tale da spegnere tutto in un solo gesto. In questo modo si contribuirà non soltanto al risparmio energetico domestico ma anche alla riduzione delle emissioni climalteranti.

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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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