Approvato il DEF 2025, cosa prevede: PIL, deficit, dazi e novità sul PNRR

Approvato il DEF 2025, il governo traccia una linea prudente tra incertezze globali e obiettivi di stabilità economica.
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Il Documento di Economia e Finanza per l’anno 2025 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 9 aprile. Rappresenta un passaggio cruciale nella definizione delle linee guida della politica economica nazionale verso la prossima legge di bilancio.

L’attuale scenario internazionale, segnato da forti tensioni geopolitiche e da una ripresa ancora fragile, ha profondamente influenzato la struttura del documento. Si è resa necessaria una programmazione più prudente e meno proiettata sul lungo termine. Il DEF 2025, destinato a cambiare nome in Documento di Finanza Pubblica (DFP) a seguito di un aggiornamento normativo, assume così una funzione strategica ancora più delicata.

DEF 2025: una programmazione economica tra incertezza e prudenza

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha evidenziato il quadro particolarmente complesso in cui è stato elaborato il DEF 2025.

La fragilità dell’economia globale (su tutti l’imposizione dei dazi da parte di Trump all’Europa e resto del mondo), accentuata dalle instabilità politiche e dai rallentamenti della crescita nei principali Paesi partner, ha indotto il governo italiano ad adottare una visione realistica, evitando proiezioni eccessivamente ottimistiche o ambiziose. Le stime macroeconomiche sono state calibrate con cautela, privilegiando una visione orientata alla sostenibilità dei conti pubblici.

Il nuovo assetto normativo introduce un cambiamento formale ma significativo: dal 2025 il DEF assumerà la nuova denominazione di Documento di Finanza Pubblica. Tale modifica riflette un’attenzione crescente alla gestione complessiva della finanza statale, con un’ottica più integrata e attenta alla stabilità.

PIL e debito: gli obiettivi del triennio

Le previsioni contenute nel DEF 2025 offrono un quadro chiaro degli obiettivi economici per i prossimi anni.

Il Prodotto Interno Lordo (PIL), secondo quanto riportato, crescerà dello 0,6% nel 2025, per poi attestarsi a un +0,8% nei due anni successivi, 2027 e 2028. Una dinamica modesta ma coerente con le ultime revisioni operate anche dalla Banca d’Italia, che hanno corretto al ribasso le prospettive di espansione economica.

Sul fronte del disavanzo pubblico, il rapporto deficit/PIL dovrebbe raggiungere il 3,3% nel 2025, per poi ridursi progressivamente al 2,8% nel 2026 e al 2,6% nel 2027. Questo trend suggerisce un percorso di progressiva convergenza verso i parametri europei, pur mantenendo un margine di flessibilità per eventuali misure straordinarie di sostegno.

Per quanto riguarda il debito pubblico, si prevede una leggera flessione rispetto alle stime formulate nel Documento Programmatico di Bilancio dell’autunno precedente. Il rapporto debito/PIL è infatti stimato al 136,36% nel 2025, con una lieve risalita al 137,6% nel 2026, per poi ridiscendere leggermente al 137,4% nel 2027. Un andamento che denota la volontà del governo di mantenere sotto controllo l’indebitamento, pur in un contesto non favorevole alla crescita.

Misure fiscali e politica industriale: la proroga della delega e i dazi

Accanto all’approvazione del DEF 2025, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera anche alla proroga della delega fiscale. Questo provvedimento, sebbene trattato in un altro documento, rappresenta un elemento importante nella strategia complessiva del governo.

La riforma del fisco, infatti, si inserisce in un contesto più ampio di razionalizzazione della spesa pubblica e di modernizzazione del sistema tributario, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza del prelievo e incentivare la crescita economica.

In tema di commercio internazionale, è stata riportata la decisione del presidente americano Donald Trump di concedere una pausa di 90 giorni sui dazi. Una tregua temporanea che, tuttavia, non risolve le incognite legate agli scambi globali. Il ministro Giorgetti ha sottolineato la necessità di valutare con attenzione gli impatti economici di tale decisione, per predisporre eventuali interventi correttivi, sempre nel rispetto degli equilibri della finanza pubblica.

PNRR nel DEF 2025: proroga e rimodulazione

Il DEF 2025 affronta anche il tema cruciale dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In particolare, viene segnalata l’intenzione del governo di estendere i tempi per la realizzazione di alcuni interventi, attraverso soluzioni flessibili che non intacchino la portata complessiva del piano.

Tra le ipotesi al vaglio vi sono sia l’utilizzo dei fondi europei di Coesione, sia l’eventuale accantonamento di una parte – pari al 10% – dei progetti in ambito STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Tuttavia, il Ministro Giorgetti ha chiarito che la priorità resta il raggiungimento degli obiettivi prefissati, più che la modalità attraverso cui essi verranno conseguiti. Una posizione pragmatica, che lascia spazio a una gestione flessibile ma responsabile delle risorse disponibili.

Riassumendo

  • Il DEF 2025 nasce in un contesto economico globale instabile e incerto.
  • La crescita del PIL prevista è contenuta: 0,6% nel 2025, 0,8% successivamente.
  • Il deficit scenderà gradualmente, dal 3,3% nel 2025 al 2,6% nel 2027.
  • Il debito pubblico resta alto ma leggermente inferiore alle stime precedenti.
  • Prorogata la delega fiscale e valutati gli effetti dei dazi internazionali.
  • Possibile rimodulazione del PNRR con uso fondi di Coesione o tagli ai progetti STEM.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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