Aprire la partita IVA: meglio aspettare il 2022?

In alcuni casi aprire partita IVA a fine anno è una decisione non poter rimandare. E’ l’ipotesi, ad esempio, dell’assunzione di incarichi professionali
3 anni fa
1 minuto di lettura
partita iva
Foto © Pixabay

Al giorno d’oggi decidere di avviare un’attività commerciale, professionale o di altro tipo è molto coraggioso. I tempi sono quelli che sono e la pandemia Covid-19 non è stata e non continua ad essere certo di aiuto.

Decidere di aprirla negli ultimi mesi dell’anno o attendere, invece, l’inizio del nuovo anno implica la valutazione di una serie di fattori.

Aprire partita IVA: la scelta del regime fiscale

L’apertura della partita IVA di per se non comporta costi se non quelli eventualmente richiesti dal consulente per la pratica.

Chi ha dimestichezza con la materia fiscale e con gli strumenti web dell’Agenzia delle Entrate e del Registro imprese, può cimentarsi da solo nel farlo così da evitare la spesa per il commercialista. In sede di apertura dell’attività la prima valutazione da fare riguarda il regime fiscale in cui si vuole operare. Quindi, scegliere tra:

  • regime forfettario (se si hanno i requisiti per operare)
  • regime semplificato per cassa (se si hanno i requisiti)
  • regime ordinario.

A seconda della scelta dipenderanno poi gli adempimenti fiscali e le tipologie di imposte da pagare ed il costo del commercialista per essere seguiti durante gli anni della propria attività. Iniziare in quest’ultimo periodo dell’anno significa dover già pagare il commercialista per questi mesi.

Diritto camerale e adempimenti fiscali

Altra valutazione da fare per decidere se aprire partita IVA a fine anno o aspettare il nuovo riguarda l’obbligo o meno di iscriversi al registro delle imprese. L’iscrizione comporta il pagamento del c.d. diritto camerale annuo.

L’importo non è frazionabile su base annua. Ciò significa che anche laddove si risulti iscritti per un solo giorno dell’anno, il diritto è dovuto per intero. Iscriversi, quindi, a fine anno significa pagare, comunque, il diritto camerale per l’intero anno.

Bisogna poi considerare gli adempimenti fiscali da eseguire.

Aprire partita IVA a fine anno 2021 significa poi che nel 2022 occorre già procedere alla presentazione della dichiarazione redditi per il 2021; alla dichiarazione IVA per il 2021 (se il regime fiscale scelto la prevede); ecc.

Altri fattori da considerare per aprire partita IVA

Ci sono poi da considerare i contributi previdenziali (iscrizione alla gestione artigiani e commercianti, iscrizione alla gestione separata, iscrizione alla cassa professionale di appartenenza, ecc.). Rimandare la partita IVA al prossimo anno significa rimandare anche il periodo da cui si iniziano a sostenete spese per il versamento contributivo.

Altre volte, tuttavia, non è possibile rimandare l’apertura della partita IVA. E’ il caso ad esempio in cui è richiesto il possesso della partita IVA per assumere un incarico professionale oppure per l’accesso a determinate agevolazioni (contributi a fondo perduto, ecc.) e queste opportunità si presentano proprio negli ultimi mesi del periodo d’imposta.

Potrebbero anche interessarti:

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.