Aprire una Partita IVA nel 2017, quanto costa?

Ecco tutte le spese da sostenere per l'attivazione della partita Iva nel 2017 e il mantenimento dell’ attività.
7 anni fa
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Aprire una Partita Iva comporta aprire una posizione INPS

Dopo aver ricevuto il numero di partita IVA, è obbligatorio aprire una posizione previdenziale presso l’INPS. Se si usa il canale telematico ComUnica, contestualmente all’inizio attività ai fini IVA si può presentare anche l’apertura della posizione INPS. Per alcune tipologie di imprese è obbligatorio utilizzare esclusivamente il canale telematico: le aziende con dipendenti, i titolari e soci di imprese del settore terziario e le aziende agricole autonome. Le altre imprese possono richiedere l’apertura di una nuova posizione previdenziale anche presso gli uffici territoriali di competenza.

Aprire una Partita Iva comporta l’iscrizione al Registro delle Imprese

Per coloro che aprono una ditta individuale, devono effettua l’iscrizione dell’impresa nel registro imprese presso la Camera di Commercio, si ricorda che con il sistema ComUnica, viene effettuato tutto contestualmente all’inizio attività, posizione INPS e iscrizione Camera di Commercio. Successivamente bisognerà comunicare al Comune l’avvio della propria attività.
Quando si sceglie di costituire una società l’iscrizione alla Camera di commercio è effettuata dal notaio, (quando la società è costituita tramite atto pubblico notarile).

Riepilogo dei costi per aprire una Partita Iva nel 2017

Per sapere esattamente quanto costa aprire una Partita Iva nel 2017, bisogna suddividere i costi in due aree: costi fissi e costi variabili.

Costi fissi
Molto dipende dalla tipologia dell’azienda che si intende aprire, dal regime fiscale a cui si aderisce e dai ricavi conseguiti. Ecco un riepilogo dei costi:

  • Diritto camerale annuale da versare il 16 giugno di ogni anno, il cui costo da 12 euro (per unità locale) ai 120 euro (per le società semplici inattive o non agricole e per le società tra professionisti);
  • Costo del professionista, l’onorario annuale varia a seconda della tipologia dell’attività svolta e delle caratteristiche in base al regime fiscale prescelto, del volume d’affari, della presenza di operazioni con l’estero o con paesi black list o di particolari regimi speciali Iva, tutte queste variante faranno registrare un maggiore o minore impegno del professionista a cui si assocerà un più o meno alto onorario annuale, dalla città in cui lo studio del professionista ha sede e possono variare da un minimo di 900,00 euro a 3.000 euro all’anno.
  • Contributi INAIL, servono a coprire il rischio di infortuni e malattie professionali sul luogo di lavoro, sono versati dall’azienda con dipendenti;
  • Contributi INPS, sono invece obbligatori per tutti i titolari di Partita IVA e che devono essere versati anche per ciascun dipendente che lavora all’interno dell’impresa. Per il regime contributivo agevolato è stata prevista la proroga anche per il 2017. L’INPS ha stabilito per chi aderisce al regime forfettario un regime agevolato di contribuzione con una riduzione dei pari al 35%.

Costi variabili 

Variano in base al regime contabile che viene adottato, la scelta si ripercuote anche su ulteriori costi variabili, quali IRPEF e IRAP.

Anche la deducibilità e l’acquisto di beni strumentali influisce sull’ammontare dei costi variabili annuali totali.

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