Aprire una impresa o un lavoro autonomo è più facile per i disoccupati, l’INPS li aiuta, ecco come

Come sfruttare la Naspi in anticipo per aprire una attività d'impresa, una ditta individuale o come socio lavoratore di cooperativa.
3 settimane fa
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Per chi ha perso il lavoro, la necessità di trovarne uno nuovo diventa subito impellente, così come ottenere la naspi. È vero che l’indennità per disoccupati erogata dall’INPS offre un sostegno per un periodo di tempo limitato, ma non si può vivere da disoccupati per sempre. La Naspi, infatti, ha una durata che prima o poi si esaurisce. Inoltre, verso la fine del periodo di erogazione, l’importo della Naspi si riduce notevolmente, diventando spesso insufficiente per far fronte alle spese quotidiane.

Di conseguenza, la ricerca di un nuovo impiego diventa una priorità assoluta. Tuttavia, se non si riesce a trovare un lavoro subordinato, non è da escludere la possibilità di mettersi in proprio. Questo può risultare più semplice di quanto si pensi, soprattutto considerando che la Naspi può agevolare l’avvio di un’attività autonoma.

Aprire un’impresa o avviare un’attività autonoma è più facile per i disoccupati: ecco come l’INPS li aiuta

Chi decide di dimettersi volontariamente non ha diritto all’indennità di disoccupazione. In questi casi, l’INPS non eroga la Naspi, poiché la cessazione del rapporto di lavoro è stata una scelta del lavoratore stesso, a meno che le dimissioni non siano date per giusta causa, con procedura comunicata alla Direzione Territoriale del Lavoro.

Al contrario, chi perde il lavoro per cause indipendenti dalla propria volontà, come la chiusura dell’azienda, il licenziamento o la scadenza di un contratto a termine, ha diritto alla Naspi. Questa indennità corrisponde al 75% dello stipendio medio percepito negli ultimi quattro anni e viene erogata per un periodo pari alla metà delle settimane lavorate nei quattro anni precedenti la fine del rapporto di lavoro.

Tuttavia, se il lavoratore ha già percepito altre indennità di disoccupazione nei quattro anni precedenti, solo i periodi di lavoro successivi alla precedente Naspi saranno considerati validi per il calcolo della nuova indennità.

Lavoro autonomo e Naspi anticipata: ecco come funziona

Avviare un’attività autonoma comporta dei rischi e richiede una buona idea imprenditoriale, oltre a dedizione e impegno costante. Tuttavia, il principale ostacolo per chi desidera diventare lavoratore autonomo è spesso la mancanza di fondi. Avviare un’impresa richiede un investimento iniziale, e in molti casi, chi non dispone di liquidità deve ricorrere a prestiti bancari o altre forme di finanziamento.

Per chi percepisce la Naspi, però, esiste una possibilità in più. Infatti, è possibile richiedere l’intera indennità in un’unica soluzione, anziché riceverla mensilmente. Questo permette di ottenere una liquidità immediata, utile per avviare un’attività autonoma.

Ecco da dove nasce la Naspi anticipata e perché è facile ottenerla per il lavoro autonomo

La possibilità di richiedere la Naspi anticipata è prevista dal Decreto Legislativo n. 22 del 2015, noto come “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali”. Normalmente, la Naspi viene erogata mensilmente per tutta la durata prevista, ma grazie a questa disposizione, i beneficiari possono richiedere la liquidazione anticipata dell’intera somma residua. Questo è possibile anche se la Naspi è già stata erogata per alcuni mesi: in tal caso, l’anticipo riguarderà solo la parte restante.

Beneficiari, regole, modalità di domanda e rischi per chi prende l’indennità in anticipo

Possono richiedere la Naspi anticipata coloro che intendono avviare un’attività autonoma, aprire un’impresa individuale o diventare soci di una cooperativa. È fondamentale che l’avvio dell’attività o la sottoscrizione di quote avvenga entro 30 giorni dalla presentazione della domanda. Quest’ultima può essere inviata tramite i servizi digitali del sito dell’INPS, tramite Patronati o utilizzando strumenti di identificazione digitale come SPID, CIE o CNS.

Alla domanda devono essere allegate le certificazioni che attestano l’avvio dell’attività, come il numero di partita IVA.

Una volta approvata la richiesta, l’INPS erogherà l’importo in un’unica soluzione. Tuttavia, è importante ricordare che, qualora il beneficiario trovi un lavoro subordinato dopo aver ricevuto l’anticipo, sarà tenuto a restituire all’INPS l’intera somma ricevuta.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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