Aprire una partita IVA: 7 cose che non ti dicono

Vuoi (o devi) aprire una partita IVA? Probabilmente online troverai informazioni sull’iter burocratico e le formalità: ma a livello pratico cosa ti aspetta? Ecco 7 cose che non ti dicono
9 anni fa
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Cosa significa oggi aprire una partita IVA? Certo dal punto di vista tecnico è facile: vuol dire lavorare in modo autonomo e indipendente. Ma a livello pratico che cosa bisogna aspettarsi? Online si trovano spesso informazioni sul procedimento burocratico da seguire per aprire una partita IVA, sui diversi regime agevolati, sulle tasse etc. Più difficile invece è trovare “dritte” sull’argomento, ovvero esperienze dirette che aiutino a cavarsela tra burocrazia e guadagni.   1. Partita IVA e falsa partita IVA: come riconoscerla     Non tutti scelgono di aprire una partita IVA spontaneamente.

In alcuni casi questa viene presentata come l’unica via per lavorare. Attenzione poi a quando vengono imposti orari di lavoro ben specifici per un unico committente: il lavoro dipendente mascherato fa perdere diritti e buona parte dello stipendio.   2. Partita IVA: tasse e acconti   Prima di aprire una partita IVA ti sei probabilmente informato sulle tasse da pagare ogni anno. Attenzione però perché oltre ai saldi bisogna tenere presente gli acconti sulle tasse dell’anno successivo. Certo ovviamente questa voce andrà scalata dalle tasse dell’anno successivo ma sarà puntualmente compensata dai nuovi acconti. In pratica il risparmio si avvertirà solo l’ultimo anno di apertura della partita IVA.   3. Partita IVA e costi da detrarre: differenze tra regimi   In genere chi lavora a partita IVA ha dei costi di lavoro (benzina, auto, cellulare etc). Chi aderisce al regime fiscale dei minimi però può detrarre solo un ristretto numero di costi.   4. Partita IVA: come evitare il salasso   Quando si apre una partita IVA si conoscono bene le scadenze per il pagamento delle tasse. Eppure quando si incassa una fattura non è facile ricordarsi che stiamo parlando di lordo.
Il consiglio quindi è quello di mettere da parte mensilmente una cifra da versare (in media almeno un terzo dei ricavi).   5. Partita IVA: ammortizzatori sociali e pensione   Sulla mancanza, o quasi, di tutele per i lavoratori autonomi si dice molto. Ma quante persone che aprono una partita IVA sono realmente consapevoli di cosa significhi in termine di ferie, malattie e pensione? A fronte di queste incertezze però, i contributi versati sono certi. Le partite IVA a regime dei minimi pagano il 28% all’Inps e la percentuale è destinata a salire progressivamente fino ad arrivare, entro il 2019, al 33%.   6. Partita IVA: quanto costa il commercialista?   Un’altra voce da calcolare è il commercialista. Leggerai che, soprattutto se appartiene al regime dei minimi, puoi gestire personalmente la contabilità delle fatture. Purtroppo però il sistema non è semplice: burocrazia e aggiornamenti complicano le cose quindi rivolgersi ad un professionista intermediario diventa spesso inevitabile. L’onorario medio va dai 500 ai 1000 euro l’anno.   7. Nuovo forfettario: dal 2016 addio al regime dei minimi   Se hai meno di 35 anni e guadagni inferiori ai 30 mila euro lordi l’anno, dovresti cercare di aprire la partita IVA entro fine anno. Dal 2016 infatti il vecchio regime dei minimi sarà sosti

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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