Finalmente l’Inps ha fornito comunicazioni ufficiali a chi attendeva notizie sugli arretrati APE Social. In un’intervista al Giornale Radio Rai 1 il presidente Tito Boeri ha spiegato che l’ente sta “facendo di tutto” per pagare gli arretrati sull’Ape social, che avrebbe dovuto debuttare a maggio. Vediamo dunque quanto ancora bisognerà attendere e quanto spetta a chi ha fatto domanda dopo ma avrebbe avuto i requisiti da mesi primi: tutto quello che c’è da sapere su tempistiche, calcolo e modalità di rimborso arretrati Ape.
Arretrati Ape Social, quando e quanto saranno pagati: le dichiarazioni di Boeri
I primi rimborsi per gli arretrati Ape Social (secondo le previsioni di Boeri anzi una buona parte di quelli spettanti) saranno erogati già entro fine dicembre.
Ma quanto spetta. Boeri spiega che per chi avrebbe avuto i requisiti Ape Social dalla prima data prevista per il debutto della misura, ovvero maggio 2017, ” si tratterebbe di un arretrato di otto mesi. Chi ha decorrenze più recenti si troverà un arretrato per un numero minore di mesi”.
Alla luce dei nuovi dati Ocse sulla pensione tanto dibattuti non poteva mancare un commento di Boeri che ha confermato l’analisi spiegando la differenza tra quello che prevedono i requisiti per la pensione di vecchiaia e quella che è poi l’età effettiva di pensionamento media dei lavoratori italiani che usufruiscono delle diverse vie di pensionamento anticipato previste dal governo. “Quando l’Ocse dice che l’età effettiva di pensionamento in Italia è di 62 anni, significa che tutte le possibilità che vengono date dalla normativa per andare in pensione prima del raggiungimento dell’età pensionabile, vengono ampiamente utilizzate e quindi effettivamente in Italia, mediamente, si va in pensione a 62 anni. Sono ancora tre anni in meno della media Ocse. Quello che bisogna capire è che quando si dice che si ritarda la pensione per adeguarla all’allungamento della vita di 5 mesi, è come se noi passassimo da 62 anni a 62 anni e 5 mesi.