Dato che ha di fatto sostituito il bonus bebè, il premio di natalità, gli ANF e perfino le detrazioni per familiari a carico, l’assegno unico è una misura che interessa una grande platea di famiglie. Una misura che è destinata a lavoratori dipendenti statali e privati, a lavoratori autonomi, a professionisti, ma anche a disoccupati e percettori di sussidi quali il reddito di cittadinanza. La novità del 2023, partita a gennaio, è l’aumento degli importi che le famiglie ricevono sul conto corrente mese per mese.
Parliamo di soglie minime e massime, di parametri ISEE. Perché naturalmente l’assegno unico anche come importi, varia da famiglia a famiglia, tra maggiorazioni e limiti ISEE. In termini pratici, tanto per fare un esempio, l’importo minimo per famiglie con un ISEE fino 16.250 euro (prima era 15.000 euro), è passato da 175 euro al mese per figlio, a 189,20 euro.
Aumenti assegno unico con effetto retroattivo, ecco chi riceve adesso gli arretrati
Aumenti da ricevere a partire da gennaio. Ma c’è chi invece non li ha ricevuti subito. Ed è proprio il mancato aumento che ci consente di spiegare ad un nostro lettore cosa è successo adesso sul suo conto corrente. Sono tanti i contribuenti che ci segnalano di aver ricevuto bonifici INPS in questi giorni, con importi non certo rilevanti. E qualcuno si è preoccupato.
“Gentile redazione vi chiedo il motivo per cui ho ricevuto con valuta 7 marzo un bonifico da parte dell’INPS di una quindicina di euro. Sono seriamente preoccupata perché nella causale del bonifico c’è scritto che riguarda l’assegno unico e universale sui figli a carico e io in genere l’assegno unico di mio figlio lo percepivo sempre tra il 15 e il 16 del mese. Questa volta mi è arrivato in anticipo ma nettamente ridotto rispetto alle cifre che ho preso fino a febbraio.
Infatti a gennaio ho preso 175 euro come tutto l’anno 2022. Poi a febbraio ho preso 189,20 euro. Adesso poco più di 14 euro per il mese di marzo? Perché questo taglio? Premetto che in famiglia lavoro solo io e che il mio reddito e di conseguenza il mio ISEE è di poche centinaia di euro superiore a quello del 2022, ma non va oltre i 15.000 euro.”
Assegno unico, cosa dire dopo un anno dalla sua entrata in vigore
Riguardo all’assegno unico di questi tempi l’attenzione è massiccia dal momento che siamo entrati nella fase delicata dell’indennità. Infatti l’assegno unico a marzo ha completato il suo primo ciclo di vita completando il suo primo anno. La misura per la prima volta cambia ISEE di riferimento. Perché da quando è stata introdotta a marzo 2022, l’ISEE usato dall’INPS per calcolare gli importi effettivamente spettanti è stato quello in corso di validità nel 2022. Un ISEE che faceva riferimento a patrimoni e redditi del nucleo familiare nel 2020.
Adesso l’ISEE utile all’assegno unico 2023 fa riferimento a redditi e patrimoni del 2021. E questo può determinare un cambio di importo percepito. Che può scendere se l’ISEE per esempio ha superato la nuova soglia minima di 16.250 euro. Ma allo stesso modo può salire se invece fino all’anno scorso una famiglia con ISEE oltre 15.000 euro aveva diritto all’assegno ridotto, mentre adesso no. Lasciando stare i calcoli dell’ISEE e le relative tabelle che servono per capire gli importi spettanti, dobbiamo rispondere al quesito del nostro lettore. Seriamente preoccupato di un netto taglio di assegno se è vero che da 175 euro l’indennità è scesa a 14 euro o poco più.
La differenza di gennaio sotto forma di arretrati
Il nostro lettore però non deve preoccuparsi. Perché stando a quanto ci dice ed in base alle cifre che lui ci fornisce, il suo quesito non può che avere una sola risposta.
A parità di ISEE, o con un nuovo ISEE che resta dentro le stesse fasce anche se aggiornate, il nuovo importo preso a febbraio sarà quella che verrà percepito per l’intero 2023, gennaio compreso. Il bonifico a cui fa riferimento il lettore è quindi la differenza tra quanto preso a gennaio e quanto preso a febbraio. E magari ci sarà anche chi dovrà prendere, se non li ha ancora avuti sull’assegno unico già percepito, gli arretrati di febbraio.
Ecco cosa controllare sul sito dell’INPS
Nulla di preoccupante quindi, anche perché approfondendo, il lettore potrà verificare tutto tramite il sito dell’INPS. Infatti tra le notifiche c’è solo la comunicazione di avvenuta disposizione di pagamento. Ma aprendo il file si viene rimandati all’area dell’assegno unico, dove cliccando sul pagamento in questione, c’è scritto a chiare lettere che si tratta di un conguaglio, quindi gli arretrati, del mese di gennaio 2023. Naturalmente l’accesso all’area riservata fa fatta sempre con le comuni credenziali SPID, CIE o CNS.