Con la conversione in Legge (n.77 del 2020) del decreto Rilancio, arriva, per quest’anno anche un contributo di 200 euro a fronte di spese sostenute per la frequenza di cori, bande e scuole di musica (c.d. Contributo per l’eduzione musicale).
A prevederlo è l’art. 105-ter del citato decreto e beneficiari saranno i nuclei familiari con un ISEE in corso di validità, ordinario o corrente, non superiore a 30.000 euro.
Sarà, comunque, un decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, di concerto con il Ministro dell’istruzione e il Ministro dell’economia e delle finanze, a definire modalità e termini per la richiesta e l’erogazione del beneficio (per l’emanazione del suddetto provvedimento non è previsto un termine).
Contributo educazione musicale: per quali spese?
Le risorse stanziate e destinate al contributo ammontano a 10 mln di euro e l’agevolazione spetterà per spese sostenute nel 2020 finalizzate:
- alla frequenza di lezioni di musica presso scuole di musica iscritte nei registri regionali da parte di minori di 16 anni già iscritti alle medesime scuole alla data del 23 febbraio 2020;
- alla frequenza di cori, bande e scuole di musica “riconosciuti da una pubblica amministrazione”.
Il beneficio in commento non va confuso, tuttavia, con la nuova detrazione IRPEF del 19% introdotta dalla Legge di bilancio 2020 (commi 346 e 347 Legge n. 160 del 2019). A tal proposito, si ricorda, infatti, che il legislatore ha previsto, a decorrere dalle 1° gennaio 2021, la detraibilità delle spese sostenute da contribuenti per l’iscrizione annuale e l’abbonamento di ragazzi di età compresa tra 5 e 18 anni a conservatori di musica, a istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica (AFAM) legalmente riconosciute, a scuole di musica iscritte nei registri regionali, nonché a cori, bande, e scuole di musica “riconosciute da una pubblica amministrazione”.
La suddetta detrazione spetta su una spesa massima di 1.000 euro ed a condizione che il contribuente abbia un reddito complessivo non superiore a € 36.000.
Almeno per ora non sembra sussistere, in ogni caso, incompatibilità tra il nuovo contributo del decreto Rilancio e la detrazione fiscale.