Il Tesoro ha annunciato ieri che sarà emesso un nuovo BTp a 5 anni, scadenza 1 aprile 2028 e cedola lorda annua del 3,40%. Il codice ISIN deve ancora essere assegnato. Il debutto del nuovo bond avverrà a seguito di un’operazione di concambio, che avrà ad oggetto i seguenti cinque titoli di stato per l’importo massimo di 5 miliardi di euro:
- CcTeu (ISIN: IT0005185456), scadenza 15 luglio 2023
- BTp (ISIN: IT0005215246), scadenza 15 ottobre 2023, cedola 0,65%
- BTp (ISIN: IT0005482309), scadenza 29 novembre 2023
- BTp (ISIN: IT0005399230), scadenza 15 dicembre 2023
- CcTeu (ISIN: IT0005311508), scadenza 15 aprile 2025
Cedola generosa, la prima sarà corta
Saranno ammessi alle negoziazioni solamente gli “specialisti in titoli di stato”.
Il nuovo BTp a 5 anni staccherà una prima cedola “corta” di 1,139560%, in quanto essa farà riferimento a 122 giorni su un semestre di 182 giorni. Le date di pagamento delle cedole sono l’1 aprile e l’1 ottobre di ogni anno. A conti fatti, il bond sembra offrire condizioni leggermente migliori di quelle offerte dai titoli di stato in scadenza nel 2028.
L’attuale BTp a 5 anni offre un rendimento in area 3,20%. Alla fine di settembre, però, era arrivato a rendere oltre il 4%, il doppio dei livelli di inizio agosto. Ed era appena allo 0,50% agli esordi di quest’anno. D’altra parte, ancora un anno fa questa scadenza era lambita dai rendimenti negativi.
BTp a 5 anni, atteso rendimento netto reale positivo
Sulla base delle aspettative d’inflazione a 5 anni, captate anche dall’emissione recente del BTp Italia, il nuovo BTp a 5 anni offrirebbe un rendimento netto reale medio intorno a 1,20%. Sarebbe di tutto rispetto per una scadenza non lunga di un titolo relativamente sicuro. Grazie al concambio, il Tesoro smaltirebbe alcune sue scadenze perlopiù durante l’anno prossimo, allungando la durata media del debito pubblico.
Resta da vedere il livello delle adesioni, che determinerà a sua volta anche il grado di liquidità del nuovo BTp a 5 anni al debutto. Non dovrebbe essere difficile per il Tesoro raggiungere i 5 miliardi perseguiti, dato che di titoli di stato oggetto di concambio ne esistono in circolazione per un controvalore di ben 72 miliardi di euro. Basteranno richieste per meno del 7%.