Ha ascoltato il verdetto impassibile, alla presenza dei genitori, due accademici di Stanford visibilmente nervosi. Ha solamente 31 anni e rischia di non vedere più la luce del sole. Giudicato colpevole di sette capi di accusa, la sentenza del prossimo 28 marzo potrebbe condannarlo fino a 115 anni di carcere. Sam Bankman-Fried aveva forse il destino segnato nel suo cognome. Letteralmente, significa “banchiere fritto”. Un vero banchiere non lo è stato, ma di certo si è fritto da solo con le truffe perpetrate per anni ai danni dei suoi numerosi e speranzosi clienti.
Era il novembre del 2022 quando Sam Bankman-Fried cercò disperatamente di trovare i fondi necessari per pagare i riscatti ai clienti. La società FTX da lui fondata e gestita insieme a un manipolo di dirigenti a metà tra la delinquenza deliberata e le allucinazioni degli acidi assunti alle Bahamas si scoprì avere un “buco” di 8 miliardi di dollari. Il procuratore di Manhattan, Damian Williams, nel chiedere la condanna dell’imputato ha usato parole dure come pietre:
operatori come Sam Bankman-Fried potranno essere nuovi, ma non il loro genere di frode, non il tipo di corruzione.
Come funzionava lo schema Ponzi
E ha avuto ragione, il giovane aveva messo in atto il più classico schema Ponzi con l’aggravante della distrazione dei fondi: attingeva al denaro dei clienti non per investirli, bensì per inviarli ad un’altra società da lui fondata in passato e chiamata Alameda Research. A questa erano stati concessi “privilegi” di cui i clienti che investivano in FTX erano all’oscuro. Aveva diritto a una linea di credito illimitata e anche nel caso in cui avesse riportato un bilancio negativo.
Di preciso, cosa faceva Sam Bankman-Fried con FTX? Nel 2019 aveva fondato la società per la gestione delle compravendite di “criptovalute”. I clienti pensavano che il loro denaro sarebbe stato impiegato per l’acquisto di Bitcoin, Ethereum, ecc.
FTX dai massimi alle ceneri
Tutto è andato molto bene fino a quando il mercato delle “criptovalute” saliva. Il massimo storico fu toccato esattamente due anni fa. Bitcoin arrivò a valere 69.000 dollari, più del doppio di oggi. E dire che quest’anno è più che raddoppiato di valore. Anche FTX, quotata in borsa, toccava i suoi massimi a 60 dollari, capitalizzando in tutto 32 miliardi. Venerdì, stava a 1,17 dollari e per una capitalizzazione complessiva di 386 milioni. Dunque, perde quasi il 99% dall’apice del novembre 2021.
Finché le “criptovalute” non facevano che aumentare di prezzo, i clienti depositavano in FTX più capitali di quelli che ritiravano. Quando i riscatti iniziarono a superare gli apporti, ecco che lo schema Ponzi tipicamente salta e così è accaduto anche per la società di Sam Bankman-Fried. A quel punto, il ragazzo metteva al sicuro il denaro presso l’altra sua società e tentava nei giorni precedenti al collasso una vendita affannata per sbarazzarsi della sua creatura e cercare di uscirsene pulito. Ma le autorità federali avevano fiutato il marcio che vi stava dietro e ottenevano l’estradizione dalle Bahamas, dove le società del giovane avevano sede e in cui egli si sentiva sicuro e persino intoccabile.
Sam Bankman-Fried finanziava i Democratici contro Trump
La vicenda ha assunto anche contorni politici. Sam Bankman-Fried ha donato personalmente 40 milioni di dollari al Partito Democratico e qualche altro gruppo liberal. Addirittura, di recente si è scoperto che nel 2020 tentò di versare 5 milioni a favore dell’allora presidente Donald Trump nel tentativo di convincerlo a non ricandidarsi.