Gennaio per i genitori di bambini piccoli è il mese della domanda del bonus nido. Ricordiamo che anche chi l’ha preso lo scorso anno deve presentarla di nuovo perché il rinnovo non è automatico. In questo caso, salvo nell’ipotesi di cambio struttura, i dati saranno già memorizzati dal portale Inps a sistema quindi la procedura è molto veloce. E proprio di una possibilità di cambiare asilo ci occupiamo rispondendo a questo quesito.
“Buongiorno redazione, scrivo per chiedere una delucidazione sul rinnovo del bonus nido.
Passaggio dall’asilo nido alla scuola dell’infanzia: anticipatari con bonus?
In linea generale il bonus nido, come suggerisce il nome, è riservato ai bambini sotto i tre anni che frequentano questo tipo di strutture. Esiste la possibilità del contributo per istruzione domiciliare ma quella è un’altra storia.
C’è una possibile eccezione proprio nel caso degli anticipatari. Alcune scuole dell’infanzia accettano bambini che non hanno compiuto i tre anni in sezioni apposite. Abbiamo chiesto conferma ad un asilo paritario di Pescara, in cui è prevista la cd “sezione primavera“. Una sorta di ponte tra nido e materna. In questi casi i genitori conservano per il primo anno di scuola dell’infanzia il bonus nido perché l’istituto dispone di un codice autonomo per questi bambini, che equivale ai nidi sotto il profilo del bonus.
Chiaramente l’ancora di salvataggio dura un solo anno. Da quello successivo, compiendo i tre anni, il bambino frequenterà la scuola dell’infanzia non più da anticipatario e il bonus nido non sarà più riconosciuto.
Questo per quanto riguarda l’aspetto prettamente fiscale relativo alla spettanza del bonus nido. La scelta del passaggio o meno come anticipatario dipende da una serie concomitanti di fattori. Con l’aiuto delle maestre è possibile valutare se il bambino “è pronto” all’anticipo e tutti i casi sono diversi. Non essendo di nostra competenza l’aspetto pedagogico ci limitiamo all’analisi della convenienza economica/fiscale. Resta anche la possibilità di iscrizione come anticipatario alla scuola dell’infanzia pubblica, seguendo però la graduatoria di priorità. In questo caso i genitori perdono il bonus nido ma devono corrispondere solo il costo della mensa.