Assegno: cautele e rischi di chi lo emette

Chi emette un assegno deve compilarlo inserendo il luogo, la data, la cifra, il nome ed il cognome del beneficiario e la firma. Ecco i rischi e la cautele di chi lo emette.
5 anni fa
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Chi emette un assegno deve ovviamente compilarlo inserendo il luogo in cui esso è stato emesso, la data, la cifra, il nome ed il cognome del beneficiario e la firma. Quando esso viene emesso, poi, può essere dato al beneficiario che lo può riscuotere ad uno sportello bancario. Ecco i rischi e la cautele di chi lo emette.

Assegno: le info per chi lo emette

Quando l’assegno manca di una informazione necessaria, la Banca potrà rifiutare di pagarlo. La corretta e completa compilazione di esso, quindi, rappresenterà una forma di tutela per chi lo emette sopratutto perché in questo modo non si rischierà che il contenuto possa essere alterato.

Il Decreto Legislativo del 21 novembre 2007 numero 231 prevede, per limitare l’uso degli assegni ai fini di riciclaggio, l’inserimento della clausola di “non trasferibilità” obbligatoria quando l’importo è pari o superiore a 1.000 euro. I nuovi blocchetti di assegni portano tale clausola. Quelli che ne sono privi potranno essere utilizzati per importi al di sotto dei 1.000 euro. Essi si potranno richiedere in Banca pagando 1.50 euro per ogni assegno circolare o anche modulo di assegno in forma libera. Qualora non si rispettino tali regole si potrà andare incontro a sanzioni.

Assegno: ecco le regole principali

L’assegno dovrà innanzitutto riportare la data in cui è stato emesso con mese, giorno ed anno. Tale informazione sarà importantissima sopratutto per il beneficiario nonché per la Banca che la utilizzerà per registrare tale pagamento sul conto corrente. La post datazione, ovvero l’indicazione di una data successiva, comporterà invece dei rischi in quanto chi emette l’assegno potrebbe non disporre in seguito di denaro sufficiente. Si ricorda che la post datazione non è consentita dalla legge. Inoltre chi emetterà l’assegno e non riuscirà a pagarlo, potrà incorrere in sanzioni.

L’importo dell’assegno si dovrà inserire due volte.

La prima in cifre e l’altra in lettere. Qualora vi sia discordanza allora si utilizzerà quest’ultimo valore. Esso comprenderà anche due decimali che si dovranno inserire dopo la virgola (esempio 100,20 euro) e dopo la barra in quello scritto a lettere (cento/20). Un suggerimento è quello di inserire dopo la cifra il simbolo “#” in modo che nessuno potrà modificarla in seguito.

Regole principali per chi emette l’assegno

Importantissimo sarà anche l’inserimento del beneficiario in quanto in questo modo chi emette l’assegno individuerà con precisione la persona a cui è rivolto. Se si vorrà che il pagamento venga effettuato soltanto a favore del beneficiario inserito, allora si dovrà apporre sull’assegno la clausola “non trasferibile”. Tale dicitura è sempre consigliata (in quanto si eviterà così che l’assegno circoli tra troppe persone) nonché obbligatoria per importi pari o superiori ai 1.000 euro.

Infine, l’assegno dovrà essere firmato da chi lo emette in quanto la firma detta anche “di traenza” darà l’ordine alla Banca di effettuare il pagamento. Si ricorda che la firma sull’assegno dovrà essere uguale a quella depositata in Banca in quanto si eviterà così di perdite in caso di falsificazione della firma. Il suggerimento è quello di utilizzare quando si firma un inchiostro indelebile in modo tale da evitare che possono essere eseguite delle alterazioni su di esso.

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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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